Touch Generation
Dopo aver scritto “Trolley Generation”, dove analizzavo il
fenomeno del trasporto di molti bagagli inutili nelle diaboliche valigie a
rotelle che intasano strade, treni, bus, aerei e si conficcano nel tendine
d’Achille quando meno te l’aspetti, passo all’analisi di una categoria umana in
espansione: la touch generation.
Non prima però di avere fatto una considerazione legata alla
generazione Trolley. Riempire quelle dannate valigie di molti oggetti
incrementa il consumismo e il PIL, sostiene una crescita economica che fa
sentire la razza umana inglobata in un sistema che in verità è disumanizzato,
fortificata dal consenso collettivo dell’essere nel giusto, perché pensarla
diversamente fa sentire disadattati.
Oggi la mano di uno scalatore è un esempio scimmiesco estremo |
Come non notare l’inizio di una fine sempre più prossima in
tutto questo? Eppure è tutto davanti ai nostri occhi, così chiaro che si può
anche toccare e capire senza sforzarsi troppo. Che la pigrizia faccia nei più
una vasta breccia che fa comodo alla maggioranza?
L’essere umano da quando è apparso sulla Terra ha da subito
iniziato a lavorare alacremente per inventarsi e costruire oggetti che lo
sollevassero dallo sforzo fisico. Non è come il vitello, e molti altri animali,
che pochi secondi dopo la nascita si rizza in piedi cammina, salta e corre.
L’umano occidentale, soprattutto, ha bisogno di un lungo apprendistato e
durante questo periodo matura all’interno di sé dubbi, paure e insicurezze
perché anche involontariamente si guarda intorno e vede solo bambagia pronta a
proteggerlo da ogni sorta d’urto e pensa che la vita altro non sia che
gongolarsi dentro una sfera a molle in cui al massimo devi sfiorare uno schermo
se ti serve qualcosa. Qualsiasi cosa.
I miei genitori sono nati circondati dalle guerre e hanno capito da subito che la vita era qualcosa da guadagnarsi e meritarsi perché mentre imparavano a camminare gli cadevano sulla testa le bombe di quelli che poi sono diventati gli “alleati”. Altro che bambagia! Sono riusciti a conficcare nei loro figli tutte le loro paure: della fame, dei dittatori, delle bombe, dei terremoti e delle correnti d’aria a casa, ma anche le loro certezze che passavano attraverso il sapere fare qualcosa con le mani oltre che naturalmente con l’intelletto. Oggi queste due fasi si sono liofilizzate solo nella seconda. Gli intellettuali e i pensatori abbondano, molti muscoli si sono atrofizzati e tutto arriva sul piatto sfiorando con le dita dei pulsanti evanescenti come ologrammi che però generano l’effetto desiderato se opportunamente collegati alla Carta di Credito.
I miei genitori sono nati circondati dalle guerre e hanno capito da subito che la vita era qualcosa da guadagnarsi e meritarsi perché mentre imparavano a camminare gli cadevano sulla testa le bombe di quelli che poi sono diventati gli “alleati”. Altro che bambagia! Sono riusciti a conficcare nei loro figli tutte le loro paure: della fame, dei dittatori, delle bombe, dei terremoti e delle correnti d’aria a casa, ma anche le loro certezze che passavano attraverso il sapere fare qualcosa con le mani oltre che naturalmente con l’intelletto. Oggi queste due fasi si sono liofilizzate solo nella seconda. Gli intellettuali e i pensatori abbondano, molti muscoli si sono atrofizzati e tutto arriva sul piatto sfiorando con le dita dei pulsanti evanescenti come ologrammi che però generano l’effetto desiderato se opportunamente collegati alla Carta di Credito.
I protagonisti di questa pagliacciata, solo all’apparenza molto seria, hanno le dita delle mani simili a wurstel nell’aspetto, cilindrico a raggio costante e nella consistenza, ma queste sono piegate a slittino e l’unghia è stata inglobata nella flaccida pelle priva di qualsiasi callosità. Sono anche chiamate dita a razzetto.
Se ti danno la mano sembra che ti abbiano passato uno
straccio umido tra le dita.
Se afferrano un
oggetto poco più pesante di un biscotto inclinano il corpo pericolosamente di
lato e contorcono il braccio cercando un equilibrio che non hanno mai
conosciuto perché non hanno mai camminato fuori dal pavimento, non dico su un
sentiero, ma nemmeno in un parcheggio inghiaiato.
Credono che la vita debba passare attraverso una App e tutto
quello che serve essere spostato, afferrato, spinto, sollevato, spaccato,
martellato, colpito, svitato, lo
ritengono inutile. Dopo un po’ che ti parlano, in genere pochi secondi,
estraggono lo smartphone per mostrarti una foto o un video e… quanto sono
poveri di spirito.
La loro è un’esistenza a pila e giustamente si nutrono di prese USB collegate alla rete elettrica. Guai se non ce ne sono, si accasciano e amminchionano ammalandosi gravemente. Vanno dallo psicanalista, dall’osteopata e fanno yoga spostandosi su automobili pulite, usano deodoranti, odiano lo stuzzicadenti e (giuro) pensano che la Patagonia sia una ditta americana di abbigliamento che ha dato il nome a una porzione meridionale del Sudamerica che prima si chiamava Argentina.
La loro è un’esistenza a pila e giustamente si nutrono di prese USB collegate alla rete elettrica. Guai se non ce ne sono, si accasciano e amminchionano ammalandosi gravemente. Vanno dallo psicanalista, dall’osteopata e fanno yoga spostandosi su automobili pulite, usano deodoranti, odiano lo stuzzicadenti e (giuro) pensano che la Patagonia sia una ditta americana di abbigliamento che ha dato il nome a una porzione meridionale del Sudamerica che prima si chiamava Argentina.
Non più di un paio di anni fa, un notissimo filosofo e
scrittore di saggi tradotti in quasi trenta lingue nel mondo, mi ha confessato
che se ci sarà una fine del mondo che si avvicinerà agli umani, i primi a
morire saranno gli intellettuali, perché non sanno fare niente con le mani.
Come dargli torto?
L’umano versione touch è sempre più diffuso, specie
nelle giovani generazioni e lo si distingue perché si muove in maniera disarticolata.
I piedi sono la parte che controlla meno perché sono lontani dal suo nucleo che
più o meno è la testa. Si inciampa e urta oggetti sul suo cammino quando si
muove, semplicemente perché non si aspetta che ci siano. Questo accade anche se
tra loro ci sono sportivi di alto livello perché ormai ognuno è specializzato. Questi
individui sono numerosissimi e tra loro si sentono protetti e quindi
difficilmente frequentano umani con le mani callose, sporche i muscoli reattivi
e tondi, la mente non incline per natura a farsi andare bene tutto quello che
gli viene propinato dal sistema. Anzi, questi rari esseri che combattono il
sistema quando qualcosa non gli va, sono sempre meno, a favore della
riproduzione (chiamabile anche clonazione per l’occasione) tra individui touch
sostenuti da slogan che recitano: “Belli, puliti e profumati” e/o “At the top of your
dreams” scritto sopra un’automobile tedesca, e politici della stessa schiatta:
social, touch e quindi tutti d’accordo. A incularci.