IL CERVINO (per chi vuole scalarlo)

Cima italiana del Cervino

Non potevo chiamare semplicemente questa pagina: Cervino, perché il Cervino non è una montagna qualunque e merita l'articolo per sottolinearne la solennità. Il più nobile scoglio d'Europa, come lo definì Edward Whymper, il suo primo salitore (un visionario britannico dotato di parecchia incoscienza), rappresenta un po' il sogno dell'alpinista tranquillo. Dico tranquillo perché non si tratta di una salita difficile tecnicamente, ma maledettamente lunga e complicata, perché bisogna percorrerla in su e in giù allo stesso modo, ovvero arrampicando. Mi sto riferendo alla Cresta del Leone sul versante italiano, perché è sicuramente la via più bella tra le due "normali" e perché per salirla non bisogna andare a mescolarsi tra le guide svizzere che sono famose per la loro scarsa simpatia. Cosa ci volete fare? E poi la storia di questa via è molto più interessante e nobile a causa della personalità di Jean Antoine Carrel, l'uomo che lottò per anni per arrivare in cima dal lato sopra casa sua, quello di Breuil, l'odierna Cervinia.
Traversata del Pic Tyndall

Quest'uomo faceva l'allevatore e l'artigiano ma era un rocciatore di classe come pochi nella sua epoca. Infatti se non ci fossero le corde fisse sui passaggi più verticali della Cresta del Leone, salire il Cervino sarebbe un'impresa estrema, cioè proprio quello che Carrel fece nel 1865. Chapeau! 
Il primo salitore del Cervino era padre di 11 figli e si fece qualche guerra d'indipendenza come bersagliere (pure!). La sua fine eroica è ricordata da una croce che si trova poco sopra l'Oriondè. Quando aveva ormai 61 anni e stava guidando un cliente in discesa dopo aver salito la cima della sua Gran Becca (nome del Cervino per gli abitanti di Valtournenche), vennero sorpresi da una violenta bufera di neve. Immagino le rocce smaltate di neve fresca che rendono il muoversi particolarmente insidioso. Dopo ore e ore di "combattimento" Carrel si fermò laddove le rocce terminano e la sicurezza di un normale sentiero riconduce a fondovalle. I pericoli erano finiti, slegò dalla sua corda il cliente ormai in salvo, si sedette su un sasso e morì di sfinimento addormentandosi. Aveva compiuto il suo dovere e poteva pensare a sé.

LA SALITA "IN PILLOLE"
Si abbandona l'abitato di Cervinia per portarsi al Rif. Duca degli Abruzzi all'Oriondé in jeep o in funivia più un oretta a piedi e poco più in su ci si insinua in un canalone ripido dove si iniziano a usare anche le mani. Si salgono facili roccette insidiose perché spesso friabili, fino al Colle del Leone dove la vista si apre verso nord sulle valli glaciali e sulle cime dello Zinhalrothorn e compagni, cime da brivido i cui versanti sono percorsi costantemente da rombanti cadute di seracchi, segno che si è entrati nel regno dell'alta montagna. La caratteristica Chemineè ci porta alla Capanna Carrel, un rifugetto posto a cavallo di un'aerea cresta ai piedi della parte più ripida della Criniera del Leone che dobbiamo salire.
Croce e cima svizzera
La mattina seguente (si può pernottare anche al sottostante rifugio Duca degli Abruzzi all'Oriondé, ma il dislivello da fare in un giorno è molto più grande) ci si sveglia subito con le corde fisse verticali e qualche passaggio esposto guadagnando con vari traversi verso destra la cima dell'enorme Pic Tyndall dove di solito si viene finalmente baciati dal sole. Poco prima l'alba aveva tinto di rosso porpora le cime del Rosa mentre ora ci riscalda durante l'aerea traversata della cresta sommitale del Pic Tyndall fino al suo termine. Una breve discesa ci deposita al Col de la Felicité da cui si attaccano le pareti terminali del Cervino vero e proprio. Spigoli verticali, cengette da percorrere in traverso, altre corde fisse e la scala Jordan che precede di poco la vetta, la croce ricamata del Matterhorn, così si chiama per chi gli abita a nord (sempre quegli svizzerotti propinatori di cioccolatini), e la fine della salita.

 
Sul Pic Tyndall
INFO PRATICHE -L'ascensione può essere organizzata con un alpinista per guida. La tariffa è di 1200€.(Nel 2020) -Per chi vive in pianura o a livello del mare (ancora peggio, ma non di molto) è consigliabile una permanenza intorno ai 3000m di almeno 2 giorni precedentemente l'ascensione del Cervino. Il tutto è fattibile anche utilizzando gli impianti, lo scopo è quello di acclimatarsi alla quota. Il Cervino è alto 4474m! -Le spese di viaggio, rifugi e eventuali impianti e alberghi sono a carico del cliente anche per la guida. -L'ascensione richiede 2 giorni, con un pernottamento alla Cap. Carrel, dove la prenotazione è obbligatoria.
Cima italiana del Cervino

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