sabato 24 agosto 2013

ICARO CI MANCHERAI SEMPRE!

http://www.planetmountain.com/News/shownews1.lasso?l=1&keyid=41133
Namche Bazaar ott.2006
Del sorriso che Icaro aveva sempre per chiunque incontrasse me ne sto accorgendo adesso perché so che non lo rivedrò più. Me lo voglio ricordare nei posti che amavamo entrambi, che sono tantissimi. Di quella volta che ci siamo incontrati vicino a Namche Bazaar, quando lui scendeva e io salivo mentre facevamo il nostro lavoro di guide di montagna. Quando i clienti stanno lì ad aspettarti e tu vorresti chiacchierare di più con un amico ma non puoi perché vai in due direzioni diverse. O di quella volta che passando da La Leona prima dell'asfalto, mi dissero: è passato uno che ti conosce, si chiamava Icaro "un personaje...". O di quando seduti sull'erba alle Crepe d'Oucera mi ha detto che io ero il migliore istruttore delle Guide Alpine che avesse mai conosciuto, pur sapendo io che non era vero in assoluto, ma ero contento che lo fosse per lui. O di quando mi regalò una spilla dei Pink Floyd, una t-shirt e un Pass avuti metre lavorava a montare il loro palco prima di un concerto. O di quando festeggiammo su una vecchia barca in Sardegna il compleanno di Sandro ancorati all'Isolotto con, tra gli altri, Lynn Hill e una banda di americani che non capivano perché ci divertissimo tanto. O di quando faceva il tecnico del suono dei Frozen Rats. O di quando mi diceva che secondo lui ero un telemarker nel fondo dell'anima pur non avendolo io mai pensato. O di quando al suo compleanno ci eravamo nascosti in casa di Karin al buio per fargli gli auguri a sorpresa e lo spaventammo da morire. Qualche giorno fa mentre arrampicavo con Mattia, prima di calarci giù da uno strapiombo, lui si fa l'autobloccante con un cordino già pronto e fermato raffinatamente con un apposito gommino. Dritta di Icaro, mi dice, e si cala nel vuoto. Il 22 agosto abbiamo festeggiato il suo 53esimno compleanno su un prato della Val Badia. Eravamo in centinaia e personalmente ho rivissuto dei pezzi della mia vita che avevo anche dimenticato, reincontrando molte delle persone presenti. Io sono piuttosto antisociale, sono un bastian contrario i riti collettivi mi fanno orrore, sono ateo e non credo alle favole, però a un certo punto Karin ci ha detto che dovevamo metterci in cerchio abbracciandoci. Si è formato quasi spontaneamente un gigantesco girotondo in cui tutti guardavano tutti. Ci siamo riconosciuti istantaneamente tutti quanti in quel cerchio magico. Non soffiava vento, la luce del sole tra le poche nuvole era di quelle speciali, sulle pareti del Sas Dlacia arrampicavano in molti di noi e tutti erano bellissimi in quel silenzio immobile che si è creato. Cazzo Icaro, sei riuscito anche questa volta a farmi cambiare idea perché mi sono durati i brividi dentro per almeno un'ora, mentre Karin commossa da dentro al cerchio ci ringraziava! Secondo me, anche se ci vedo poco, tra tutte quelle persone abbracciate in cerchio c'eri anche tu, sono sicuro, eri tra mia figlia e un cane marron che aveva smesso di abbaiare perché anche le percezioni extra-umane dei cani avevano capito che quel momento era davvero speciale. Ciao caro Icaro, hai fatto una vera vita e ce l'hai abbellita pure a noi che ti abbiamo conosciuto.

venerdì 9 agosto 2013

ROTTI E STRACCIATI - Canazei 24 agosto ore 21, ingresso libero

Quando ho iniziato ad arrampicare erano gli anni settanta. L'arrampicata, quella sportiva, non esisteva ancora e le falesie si chiamavano palestre perché servivano a prepararsi per sfide ad alte quote, sulle montagne insomma. L'alpinismo non era per me uno svago ma una fuga da quello che non mi piaceva e contro cui ho sempre nutrito antipatia. Le regole, la scuola e i professori, gli inquadramenti e i recinti dello spirito. Io studente mi accompagnavo a un gruppo eterogeneo di personaggi più grandi di me che dedicavano tutto il loro tempo libero all'alpinismo,operai,avvocati,medici,filosofi e terroristi rossi. E mi hanno insegnato a vivere. Dei tipi così non si vestivano di certo da fighetti ma si infilavano quello che capitava pescandolo tra la roba vecchia da buttare. Si badava esclusivamente alla sostanza. Quando si arrampicava e si bivaccava nelle grotte non serviva vestire elegantemente. Era meglio avere una chitarra e del buon vino semmai, che dei pantaloni nuovi! Quella di ROTTI e STRACCIATI è una storia in cui mi vedo da giovane, per questo, e non solo, la promuovo volentieri qui su suggerimento dell'amico Alberto Graia (uno che disegna da far paura...) "ERANO ROTTI E STRACCIATI" Provare a inanellare avvenimenti. Costruire il racconto di quegli anni, lontani dall'eroica alpina ma assolutamente vicini alla voglia umana di avventura e vita. Cercare di collegare poi il tutto alla realtà inventando un filo logico che leghi le vicende. Video e foto di ieri ma anche di oggi e soprattutto i disegni di un amico ( Alberto Graia ) per raccontare tutto quello che c'era allora oltre l'immediatamente visibile, nel tentativo di creare una serata fra lettura e teatro. La storia di Pierluigi Bini, di Vito Plumari e delle loro avventure fra le Dolomiti e il Gran Sasso. "ERANO ROTTI E STRACCIATI" Val di Fassa, Canazei, 24 agosto 2013 alle ore 21,00 Ingresso libero http://www.youtube.com/watch?v=QQIac2hw0CA Andateci!