venerdì 14 ottobre 2016

LA FOTO A ME PIU' CARA

Se levo quelle familiari, l'immagine fotografica che guardo con più piacere è questa che mi ritrae con il mio amico Sandro Pansini, mentre dormiamo stanchi a la Brecha de los Italianos sul versante sud-est del Fitz Roy in Patagonia.
Sandro e Marcello a la Brecha de los Italianos (Fitz Roy 1992)

La foto ci è stata scattata da Cesare Sartori con una Rollei 35 Tessar con pellicola per diapositive Kodak 64 Asa il 24 novembre 1992, intorno alle 10.
Cesare era il mio cliente, un "folle" (nel senso buono) che voleva scalare il Cerro Torre, su cui avevamo fatto un tentativo pochi giorni prima, arrestatosi già prima di raggiungere la "spalla" o Colle della Pazienza, lungo la via del Compressore del 1970.
le nostre borse di plastica
e il Cerro Torre

La neve era troppa e non si andava avanti e forse era anche troppo presto perché una guida alpina facesse una cosa del genere accompagnando un cliente.
Andare al Fitz fu un ripiego. La via franco-argentina allora a me non interessava per niente e neppure ne sapevo molto. Ma sul Fitz Roy c'era meno neve e il cielo sembrava regalarci qualche giorno di bel tempo.
Nel 1992 praticamente sulla montagna non c'era nessuno, a parte Ermanno Salvaterra e Adriano Cavallaro che avevano salito la via qualche ora prima di noi.
Sandro "en basquettes"
al nono tiro della via
Erano tempi diversi, in cui appena il cielo si apriva si partiva senza sapere quale sarebbe stata l'evoluzione meteorologica, ma sperando di avere il tempo necessario per fare una via e non dover combattere contro una di quelle terrificanti tempeste che purtroppo già conoscevamo molto bene.
Eravamo arrivati in cima al Fitz la sera del giorno precedente e la discesa ci aveva richiesto gran parte della notte. C'eravamo anche persi al buio perché le calate sono tutte in diagonale. Con le prime luci del mattino eravamo arrivati a la Brecha dove ci siamo fermati per un riposino mentre nevischiava, ma non ce ne importava più di tanto.

lungo la via franco-argentina
Avevo portato pochissimo materiale da scalata e Ermanno quando mi ha visto mi ha suggerito di prendere dei moschettoni dalle calate in caso ne avessi avuto bisogno, ma non ce ne fu.
Sapevo, come lo so oggi, che una salita ce l'hai in tasca quando sei ritornato vivo alla civiltà e mai prima. Quindi lì alla Brecha sapevo che mancava ancora molto e, nonostante il più fosse fatto, non mi sono mai sentito alla fine delle mie responsabilità di guida. Non potevo.
potremo essere in un posto qualsiasi
ma siamo in cima al Fitz Roy
Sandro sapevo che era un compagno fidato e forte, tanto da salire come se niente fosse, tutta la via in scarpe da ginnastica. Averlo con me mi ha sicuramente dato un aiuto enorme sotto ogni punto di vista, non ultimo quello di condividere un fatto così importante della mia vita di guida e non solo, con un amico.
una fin troppo nota skyline
Riuscii a sentirmi a posto quando Cesare mise anche il secondo piede sulle rive meridionali della Laguna de los Tres ancora ghiacciata. Da lì solo un facile sentiero ci separava dal villaggio e non scorderò mai lo sguardo di felicità che mi scambiai con Sandro quando questo accadde.