venerdì 7 dicembre 2012

GENNAIO-MAGGIO 2013 January-May WINTER_SPRING


dinanzi alla natura siamo nulla
 Con molto piacere ho ricevuto e già indossato i nuovi capi Patagonia invernali che hanno una nuova e incredibile vestibilità adatta a farsi apprezzare anche dagli utilizzatori più esigenti.
Di solito vesto completamente sempre 
Patagonia ma quest'inverno credo che dopo avere sciato potrà succere che mi dimenticherò di cambiarmi perché 'stavolta giacche, pantaloni, fleece e intimo in lana merino, etc, sono così piacevoli da tenere addosso come non avevo mai provato!
Vestito da sciatore, mentre fuori nevicava, ho aggiornato le mie proposte da qui a primavera seduto davanti al computer sotto lo sguardo compassionevole del mio gatto che aspettava giustamente solo che accendessi la stufa! Le trovate nella colonna qui a destra e mi manca solo di aggiungere un viaggio scialpinistico alle Swalbard per maggio e un Corso di chiodatura falesie in Sardegna a giugno e ci dovremmo essere.
Stavolta non manderò la solita newsletter rompiscatole come facevo due volte l'anno da un po' di tempo. Ha nevicato e tutti se ne sono accorti, tanto i media ci hanno bombardato con allerte meteo e boiate del genere, da farci credere che la neve sulle Alpi a Dicembre possa essere un fatto eccezionale mentre non lo è affatto. Ma noi lo sappiamo!
Il mio amico Roberto Grigis (uno dei migliori slalomisti che la nostra Nazionale di Sci abbia mai avuto) mi ha appena dato un paio di scioni WHITE DOCTOR TW10 dall'aspetto essenziale che girano e corrono come dei leopardi delle nevi (like two snow leopards). Date un'occhiata al sito perché lì si possono comprare e vanno da dio.
Dopo la bella traversata patagonica sull Hielo Sur di novembre sono pronto a partire nuovamente per El Chaltén ma stavolta senza slitte perchè vorrei scalare un po' su quelle belle e difficili montagne.  Restare qui a casa durante le vacanze natalizie è per me sempre più pesante perché non reggo più l'affollamento turistico, quindi scappo per tornare dopo la Befana.

Udite udite: un piano di casa nostra è diventato Bed & Breakfast ma di quelli non per tutti, nel senso che il posto è remoto, anche se è a 3 min. dal Sellaronda, la casa è un ex fienile anche se è munita di tutti i comfort (TV esclusa), la vista è eccezionale, anche se non si vedono altre case perchè Marmolada, Civetta e Sella riempiono da soli le finestre, non accettiamo motociclisti, anche se ne arrivano purtroppo a branchi, in casa non si fuma perché poi a noi resta solo la puzza. Insomma venite solo se volete stare tranquilli.  E l'8 gennaio se dio vorrà sarò a casa. Buone Feste!

giovedì 8 novembre 2012

Attacco per scialpinismo G3 mod. ONYX


 Uscito nel 2009 dalle "officine" della casa nordamericana G3, questo attacco da sci alpinismo ricalca il principio del classico Dynafit una volta decaduto il brevetto della casa austriaca (ora italiana).
In verità ne ricalca solo in parte il progetto per divagare con estrema originalità costruttiva verso un attacco che in teoria dovrebbe garantire un grande comfort d'uso.

Dico in teoria perché se lo si usa si capisce subito che le promesse non vengono affatto mantenute.
Dopo ben 3 stagioni in cui  mi sono ostinato a usarlo credendo nella qualità della G3, mi devo però ricredere.
Il primo che avevo acquistato mi è stato cambiato subito perché era imnpossibile bloccare il puntale per l'uso in salita e quindi perdevo improvvisamente lo sci a causa di questo malfunzionamento.
Il modello (identico) che mi è stato dato in sostituzione ha presentato questi inconvenienti:

1) inceppamenti in apertura dovuti a ghiaccio e neve che si insinuano negli spazi di escursione del puntale.
2) passaggio improvviso dalla modalità discesa a quella di salita con conseguenti posizioni telemark non volute.
3) rottura quasi immediata degli alzatacchi a causa dell'improbabilissimo posizionamento e solidità.

4) scomodità della calzata dovuta al fatto che il puntale resta chiuso e va aperto con il bastoncino costringendo a equilibrismi riservati ai più smaliziati "hotdogger" che pregiudicano l'uso all'utente meno esperto.
5) lo skistopper non funziona MAI! In discesa non si apre, resta chiuso, e in salita resta aperto e raramente si aggancia all'apposito dispositivo. Non male per una marca che si chiama 3G, ovvero Genuine Guide's Gear. Io sono una guida e quest'attacco mi ha torturato non poco.

sostituzione "disperata" di un perno del puntale rottosi improvvisamente (!)

6) infine: rottura improvvisa di uno dei perni del puntale che si inseriscono nei fori dell' scarpone. Nella foto si vede una vite in acciaio che, con rocambolesche manovre sono riuscito a infilare al posto del perno rotto, per potere proseguire la mia gita nel Berner Oberland la scorsa Pasqua.

In definitiva: il peggior attacco da scialpinismo che abbia mai avuto. Ora si è rotto definitivamente e sono felice di doverlo obbligatoriamente "rottamare" e non usare quindi mai più. Peggio per me che l'avevo comprato.

visione d'insieme G3 Onyx







talloniera in posizione di salita, impossibile tenere agganciato lo skistopper

domenica 22 luglio 2012

PROSSIME PARTENZE autunno 2012 con Marcello Cominetti

clicca sul nome della proposta per andare al programma dettagliato

-PATAGONIA Spedizione sullo Hielo Continental Sur intorno al massiccio del Cerro Torre-Fitz Roy con slitte e racchette, dal  17 al 30 novembre. Pernottamenti in ostello e poi  tenda sul ghiacciaio. Zaini pesanti (18-20kg), ambiente con meteo estremo e molto isolato. Si cammina solamente ma servono buon allenamento alla fatica e spirito di adattamento. Non si fa il bagno! E' bellissimo!
PARTENZA CONFERMATA!

-ARRAMPICATA SPORTIVA IN PATAGONIA in un posto incredibile e sempre AL SOLE! Clicca per guardare il video.
Nella Patagonia settentrionale a Piedra Parada vicino a Esquel dal 22 al 25 novembre ci sarà il Petzl Rock Trip 2012, incontro internazionale si "stelle" della roccia e pure di arrampicatori normali.  Clicca qui per andare al programma e a tutte le info.

WARNING!!!

Le GUIDE ALPINE hanno questo distintivo. Diffidate delle imitazioni e abusivismi (ne esistono a milioni) e richiedete sempre di essere accompagnati da un vero professionista.


LA GARANZIA DELL'ESPERIENZA! 
con le Guide Alpine
dalle Dolomiti alle montagne del mondo
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Contact (++39) 327.7105289 - 334.7286166
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martedì 24 aprile 2012

BALTORO K2 Base Camp trekking 3-25 luglio 2013

Dal 3 al 25 luglio 2013
al momento ci sono già 6 iscritti


Il K2 fa da sfondo al trek, dopo una nevicata
E’ un trek di gradissimo fascino che pone a stretto contatto con il paesaggio imponente e selvaggio del Karakorum. Il trekking parte da Askole, snodandosi dapprima attraverso la grande valle deserta del fiume Braldu, quindi risalendo il Ghiacciaio Baltoro fino all'immenso circo glaciale di Concordia. Di qui si prosegue lungo il Ghiacciaio Godwin Austen dove si incontra per primo il campo base del Broad Peak e quindi quello del K2. Il paesaggio e' stupefacente: Trango Tower, Cathedral Peak, Masherbrum, Uli Biaho, Muztag Tower, Gasherbrum IV, Chogolisa, Broad Peak e K2, circondano i trekkers durante il cammino. Il ritorno attraverso il Gondogoro La, rende questo viaggio un'esperienza di vita indimenticabile.


Da sapere



Lino Lacedelli, primo salitore del K2, che ho avuto la fortuna di conoscere personalmente 
I sentieri del Baltoro si sviluppano in ambiente straordinario, anche se molto aspro e selvaggio, quasi privo di vegetazione e richiedono quindi un buono spirito di adattamento. Per la maggior parte non presentano difficoltà tecniche, eccezion fatta per il passo di Gondogoro (5.550 m.) che specie nella discesa sul versante di Hushe, richiede qualche attenzione per il terreno abbastanza ripido e la possibile caduta di sassi. In ogni caso l’itinerario è attrezzato con corde fisse per agevolare trekkers e portatori. I nostri itinerari sono personalmente testati e tarati per offrire il miglior acclimatamento possibile in relazione alla durata complessiva del trek e vengono guidati dalle nostre guide locali. Ciononostante l’itinerario raggiunge quote di un certo rilievo, che superano i 5.000 metri e rendono altamente consigliabile un buono stato fisico e di allenamento, per poter godere appieno di ogni momento del trek. I pernottamenti da Askole in avanti avvengono tutti in tenda ed è quindi necessario un saccopiuma medio-pesante. Per l’abbigliamento abbiamo disponibile una lista di equipaggiamento consigliato. I pasti sono serviti e consumati in tenda mensa e vengono cucinati dai nostri bravi cuochi. Il visto pakistano va richiesto con parecchio anticipo (almeno quattro settimane prima della partenza).

PROGRAMMA (FB=pensione completa B&B=pernott e prima colaz.)
03 lug Partenza dall’Italia con volo di linea.


04 lug Arrivo a Islamabad e trasferimento all’hotel. Sistemazione e cena libera. Hotel B&B


05 lug Islamabad-Chilas. Partenza con bus. Trasferimento via Karakorum Highway fino Chilas. Lodge FB 2.287


06 lug Chilas-Skardu. Trasferimento a Skardu, situata a 2.287 metri, e' la capitale del Baltistan. Lodge o tenda secondo logistica FB


07 lug Skardu-Askole. Transfer in jeep ad Askole. Arrivo al "campsite" di Tongal, posa del campo. Tenda FB 3.048


08 lug Askole-Jula. Inizio del trekking. Dopo aver incrociato il ghiacciaio Biafo, il sentiero procede lungo al fiume Braldu. Un ponte di legno attraversa il fiume Dumordo e conduce a Jula, luogo del campo.Tenda FB 3.200


09 lug Jula-Payju. In 6 ore circa di cammino si giunge all'oasi di Payju, situata nei pressi del fronte del Baltoro e sormontata dallo splendido Payju Peak (6.000 mt). Qui viene effettuata una sosta di un giorno intero. Tenda FB 3.600


10 lug Payju-Khuburche. Tappa intermedia prima di giungere al campo di Khuburche. Tenda FB 3.800


11 lug Khuburche-Urdukas. Tappa che si sviluppa sul ghiacciaio Baltoro, dominata dalle forme straordinarie del Cathedral Peak, Trango Tower e Masherbrum. In 5-6 ore si raggiunge il campo di Urdukas su erba.Tenda FB 4.240


12 lug Urdukas-Goro II. Si continua la salita lungo il Baltoro verso Gore. Tenda FB 4.500


13 lug Goro II-campo base Broad Peak. Tappa che conduce al campo base del Broad Peak, la “cima larga” (4.787 m.). Lungo il cammino si ammirano la Muztagh Tower, Uli Biaho, il Masherbrum, Gasherbrum IV, Broad Peak e, imponente sullo sfondo, il K2. Tenda FB 4.687


14 lug Campo base Broad Peak-campo base K2. Si risale il Ghiacciaio Godwin Austen fino a raggiungere il campo base del K2, a circa tre ore da, situato a 5.000 metri. Tenda FB 5.000


15 lug Campo base K2. Giornata di escursioni attorno al campo. Tenda FB 5.000


16 lug Campo base K2-Concordia. In mattinata, esplorazione attorno al campo base K2 e salita al Gilkey Memorial. Nel primo pomeriggio discesa a Concordia. Tenda FB 4.687


17 lug Concordia-Ali Camp. Da Concordia si riparte di buon mattino in direzione del Ghiacciaio Biarchedi per raggiungere Alì Camp, ai piedi del Passo di Gondogoro che verrà attraversato il giorno seguente con l’aiuto del Rescue Team che ha in gestione le corde fisse per l’ultima parte di salita al passo e la discesa sul versante di Hushe.Tenda FB 5.000
NOTA IMPORTANTE: Se il maltempo non consente di salire il Gondoghoro, il ritorno avviene lungo l'itinerario di salita, via Askole. Opzione valida anche per chi non se la sentisse di affrontare il Passo.


18 lug Ali camp-Gondogoro La-Khispang. Di primissimo mattino (ore 2.00), partenza per attraversare il Gondoghoro (5.750 m.) presso il quale si giunge generalmente all’alba. Lavista che si gode dal passo spaziando verso il Baltoro è veramente mozzafiato: K2, Broad Peak, il gruppo dei Gasherbrum ed una serie sconfinata di picchi illuminati dal sole nascente, regalano una vista indimenticabile. La discesa verso la valle di Hushe richiede, nella prima
parte dell’itinerario - ed a seconda delle condizioni di innevamento - una certa attenzione. Le corde fisse (700 m.) sono già in loco per agevolare i portatori carichi di equipaggiamento ed i trekkers in questa parte di discesa. La discesa porta in circa 3 ore al campo a 4.650 metri, situato ai piedi del magnifico Laila Peak. Tenda FB 4.650


19 lug Khispang-Siacho. Inizia il cammino nel verde della Valle di Hushe per raggiungere Siacho. Tenda FB 3.380


20 lug Siacho-Hushe. Ultima tappa che porta a Hushe, dove si trovano le jeep che ricondurranno i trekkers a Skardu. Tenda FB 3.100


21 lug Hushe-Skardu. Partenza in jeep per Skardu dove si giunge nel primo pomeriggio. Lodge FB 2.287


22 lug Skardu-Islamabad. Volo per Islamabad. Se il volo non opera, trasferimento via terra a  Chilas. Hotel FB


23 lug Giornata a disposizione o per trasferimento da Chilas o comunque di riserva. Hotel B&B


24 lug Di primissima mattina transfer all’aeroporto ed imbarco sul volo per l’Italia.


25 lug Arrivo in Italia

La quota comprende

- Guida Alpina UIAGM/IFMGA italiana (Marcello Cominetti), tutti i suoi costi inclusi (Volo, servizi a terra, compenso, etc.).


- Trekking permit.


- Tutti i trasferimenti aeroportuali come da programma.


- Sistemazione in hotel a Islamabad, in camera doppia, Bed and Breakfast, come da programma.


- Sistemazione in hotel a Chilas, in camera doppia, pensione completa, come da programma.


- Sistemazione in hotel a Skardu, in camera doppia, pensione completa, come da programma.


- Tutti i trasporti Islamabad-Islamabad per membri e bagaglio, come da programma.


- Cuoco + kitchen boy (stipendio, assicurazione, cibo, trasporto, equipaggiamento).


- Sirdar (stipendio, assicurazione, cibo, trasporto, equipaggiamento).


- Portatori di bassa quota. 1 portatore (15 kg.) a testa per equipaggiamento personale.


- Portatori per equipaggiamento di gruppo.


- Assistenza del Rescue Team per l’attraversamento del passo, con utilizzo delle corde fisse.


- Cibo per tutta la durata del trekking.


- Equipaggiamento cucina, tenda cucina, tenda mensa, tenda toilette, tavoli, sedie, fornelli,


combustibile, luci.


- Tende da due persone per il campo base e materassi.


- Riconferma dei voli di ritorno.


- Costi di campeggio, tasse stradali e attraversamento ponti di membri e staff.


La quota non comprende

- Volo internazionale.


- Visto pakistano.


- Tasse aeroportuali in Pakistan.


- Pasti in hotel a Islamabad.


- Bevande, mance e tutti gli extra in genere.


- Trasporti e pernottamenti extra. Costo trasporto peso extra: 9 US$ / kg.


- Supplemento singola: 250 US$ per persona (da saldare in loco direttamente al nostro


corrispondente).


- Tutto quanto non espressamente menzionato ne "La quota comprende".


Quota individuale di partecipazione


10-12 persone 2.730 € + volo
13-15 persone e oltre 2.650 € + volo
Nota: tutte le quotazioni sono fatte utilizzando il tasso di cambio US$/€ in essere nel mese di maggio 2012. Eventuali adeguamenti per
variazioni dello stesso, verranno comunicati entro 20 gg dalla partenza.
Quotazioni del 2012 da riconfermare al momento dell'iscrizione !

INFO Volo Internazionale: Venezia-Islamabad Emirates Airlines


€ 680 – 800 € tasse incluse.


Quotazioni indicative, da confermare al


momento dell’emissione del biglietto.

CONDIZIONI GENERALI DI PARTECIPAZIONE

Data la particolare natura delle nostre proposte di viaggio, i programmi


giornalieri vanno considerati come una traccia guida. Una serie di fattori


variabili che contraddistinguono il viaggiare in regioni d’alta montagna in


aree remote (proibitive condizioni atmosferiche, frane, interruzione delle


comunicazioni, ecc.) possono mettere a repentaglio la sicurezza dei


partecipanti e conseguentemente imporre modifiche agli itinerari


programmati. E’ facoltà dell’organizzatore, apportare tutte quelle modifiche


al programma che le esigenze di sicurezza richiedano, e pertanto, l’esercizio


di tale facoltà non risponde né alla voce modifica del viaggio da parte


dell’organizzatore ai punti 8 e 9 né alle clausole recesso al punto 6.


- Prenotazioni - La prenotazione potrà effettuarsi solo in seguito ad


accettazione da parte del consumatore delle presenti condizioni generali.


L’accettazione delle prenotazioni è subordinata alla compilazione


dell’apposito modulo d’iscrizione, che costituisce a tutti gli effetti il contratto


di viaggio ed all’effettuazione del relativo pagamento, con conseguente


conclusione del contratto solo nel momento in cui l’organizzatore inviera’ la


conferma al cliente, anche per via telematica.


- Pagamenti – all’atto della prenotazione dovrà essere corrisposta la quota di


acconto pari al 40% dell’ammontare dell’intero pacchetto (servizi + volo). Il


saldo dovrà essere versato 30 giorni prima della data di partenza. Per le


prenotazioni in epoca successiva alle date sopra indicate, l’intero


ammontare dovrà essere versato al momento della prenotazione.


- Prezzo – il prezzo del pacchetto turistico è determinato nel contratto. Esso


potrà essere modificato, al massimo del 10% del prezzo totale del


pacchetto, fino a 20 giorni precedenti la data fissata per la partenza e


soltanto in seguito a variazioni di: costi di trasporto, incluso il costo del


carburante; diritti e tasse su alcune tipologie di servizi turistici, quali


imposte, tasse di atterraggio, di sbarco o d’imbarco nei porti o negli


aeroporti; tasso di cambio applicato al pacchetto in questione.


- Recesso del consumatore – il consumatore puo’ recedere dal contratto,


senza pagare il corrispettivo del recesso di cui infra, nelle seguenti ipotesi:


• aumento del prezzo di cui al precedente art. 3 in misura


eccedente il 10%;


• modifica significativa di altro elemento essenziale del contratto


(per tale intendendosi qualunque variazione su elementi


oggettivamente configurabili come fondamentali al fine della


fruizione del pacchetto turistico complessivamente considerato)


proposto dall’Organizzatore dopo la conclusione del contratto


stesso ma prima della partenza e non accettata dal consumatore.


Nel caso in cui al precedente comma, il consumatore ha alternativamente


diritto:


• ad usufruire di un altro pacchetto turistico di importo


equivalente, o, se non disponibile, superiore senza supplemento


di prezzo, ovvero di importo inferiore, con restituzione della


differenza di prezzo;


• alla restituzione della sola parte di prezzo già corrisposta. Tale


restituzione dovrà essere effettuata entro sette giorni lavorativi


dal momento del ricevimento della comunicazione della


decisione di chiedere il rimborso.


Il consumatore dovrà dare comunicazione della propria decisione ( di


accettare la modifica o di recedere) entro e non oltre due giorni lavorativi


dalla proposta di aumento e di modifica. In difetto di espressa


comunicazione entro il termine suddetto, la proposta formulata


dall’Organizzatore si intende accettata.Al consumatore che recede prima


della partenza dal contratto al di fuori delle ipotesi elencate ai precedenti


commi del presente articolo saranno addebitate, a titolo corrispettivo per il


recesso, le somme di seguito riportate:


15% della quota di partecipazione sino 30 giorni di calendario prima


della partenza


30% della quota di partecipazione da 29 a 21 giorni di calendario


prima della partenza


50% della quota di partecipazione da 20 a 11 giorni di calendario


prima della partenza


80% della quota di partecipazione da 10 giorni di calendario a 3


giorni lavorativi (escluso il sabato) prima della partenza.


100% della quota di partecipazione dopo tali termini.


- Annullamento del pacchetto turistico - L’Organizzatore può annullare il


contratto quando non sia stato raggiunto il numero minimo previsto di


partecipanti e sempre che ciò sia portato a loro conoscenza in forma scritta


via posta o via telematica almeno 15 giorni prima della data prevista,


oppure a causa di forza maggiore.


- Obblighi dei partecipanti - I partecipanti dovranno essere muniti di


passaporto individuale o di altro documento valido per tutti i paesi toccati


dall’itinerario, nonché dei visti di soggiorno e di transito e dei certificati


sanitari che fossero eventualmente richiesti. Essi inoltre dovranno attenersi


all’osservanza delle regole di normale prudenza e diligenza, a tutte le


informazioni fornitegli dall’organizzatore, nonché ai regolamenti e alle


disposizioni amministrative o legislative relative al pacchetto turistico. I


partecipanti saranno chiamati a rispondere di tutti i danni che


l’organizzatore dovesse subire a causa della loro inadempienza alle


sovraesaminate obbligazioni. Il consumatore comunicherà altresì per iscritto


all’organizzatore, all’atto della prenotazione, quei particolari desiderati che


potranno eventualmente formare oggetto di accordi specifici sulle modalità


del viaggio, sempre che ne risulti possibile l’attuazione.


- Regime di responsabilità - L’organizzatore risponde dei danni arrecati al


consumatore a motivo dell’inadempimento totale o parziale delle


prestazioni contrattualmente dovute, sia che le stesse vengano effettuate da


lui personalmente che da terzi fornitori dei servizi, a meno che provi che


l’evento è derivato da fatto del consumatore (ivi comprese iniziative


autonomamente assunte da quest’ultimo nel corso dell’esecuzione dei


servizi turistici) o da quello estraneo alla fornitura delle prestazioni previste


in contratto, da caso fortuito, da forza maggiore, ovvero da circostanze che


lo stesso organizzatore non poteva, secondo la diligenza professionale,


ragionevolmente prevedere o risolvere. L’Organizzatore, inoltre, è


responsabile, per la riservatezza dei dati comunicati dal consumatore,


esclusivamente dal momento in cui questi pervengono nella banca dati e


non durante la loro trasmissione.


- Obbligo di assistenza - L’organizzatore è tenuto a prestare le misure di


assistenza al consumatore imposte dal criterio di diligenza professionale


esclusivamente in riferimento agli obblighi a proprio carico per disposizione


di legge o di contratto.


- Reclami e denunce - Il consumatore, a pena di decadenza ai sensi dell’art.


19 n. 2 D. Lgs. 111/95, deve denunciare per iscritto, sotto forma di reclamo,


all’organizzatore le difformità e i vizi del pacchetto turistico, nonché le


inadempienze della sua organizzazione o realizzazione, all’atto stesso del


loro verificarsi o, se non immediatamente riconoscibili, entro 10 giorni dalla


data del previsto rientro presso la località di partenza.


- Assicurazione contro le spese di annullamento e di rimpatrio - Se non


espressamente comprese nel prezzo, prima della partenza è possibile


stipulare presso gli uffici dell’organizzatore speciali polizze assicurative


contro le spese derivanti dall’annullamento del pacchetto, infortuni e


bagagli. Sarà altresì possibile stipulare un contratto di assistenza che copra


le spese di rimpatrio in caso di incidenti e malattie
 
Organizzazione tecnica Il Nodo Infinito Modena
 
Contact: info@marcellocominetti.com  tel. 327.7105289

mercoledì 29 febbraio 2012

CAMMINARE... altro che balle!


Appena ho letto questa storia ho pensato che in un sito dove si parla di trekking, ci sarebbe stata bene, eccola

PAOLO RUMIZ: UN PIATTO DI MINESTRA IN CAMBIO DI UNA STORIA


(La Repubblica 9 giugno 2012)
Il Paese è in fregola. Ha voglia di andare. Troppo a lungo ricurva è stata la sua schiena, troppo umili e chine le sue teste. Una volta esistevano i frontali tra automobili, oggi abbiamo i frontali fra persone armate di cellulare. In treno, troppa gente guarda un display anziché il paesaggio che scorre al finestrino. Si comincia già da bambini e usare il pollice su un touch screen, invece che ascoltare una fiaba che dice “cammina”. È la degenerazione della specie. Il ritorno alla scimmia. È ora di dire basta. Le scarpe vendicatrici ritornano! Non quelle per apparire, ma quelle per masticare chilometri, battere il tamburo della terra, sentirne la voce oscura, scollinare, guardare lontano, respirare profondo come una prateria col maestrale. È un segno rivoluzionario, perché il Potere, lo stesso che ci ha resi pronti all’opportunismo e al baciamano, ci vorrebbe ancora più chini. Il Potere sa che l’uomo immobile non sogna, non canta e non legge più, diventa piatto e sottomesso, e questo è esattamente ciò che vuole da lui, per meglio derubarlo di ciò che Dio gli ha dato gratuitamente, e rifilargli poi cose inutili a pagamento.
Chi cammina invece fa la rivoluzione perché capisce l’imbroglio, parla con gli altri uomini, li aiuta a reagire e a indignarsi contro questa indecorosa rapina. Il solo fatto di mettere un piede
davanti all’altro, di questi tempi, è una dichiarazione di guerra alla civiltà dello spreco. Ai padroni dell’economia non piace che l’uomo si muova con le sue gambe, perché sanno che l’uomo che si alza e cammina è una persona pensante, critica, che si guarda attorno, controlla il territorio, incontra le persone e sa far rete con i suoi simili. Lo so come mi guarda la gente se cammino bene. Gli occhi dei passanti dicono: ma chi è quell’uomo che se ne va così eretto e regolare? Sarà certamente un uomo felice, padrone del tempo. Un uomo col sacco pieno di storie, uno che sa raccontare. E allora si avvicinano e mi parlano. Sanno in anticipo che sarò capace di narrare, perché chi cammina racconta meglio. È bastata la mia andatura ad avvicinarli, come un’esca.
Viandanza vuol dire narrazione, a tutti gli effetti. Il passo, unito al battito del cuore e al respiro, diventa ritmo, quindi metrica, quindi dà una cadenza superiore — poetica — al tuo parlare. È viandando che vengono le folgorazioni, le immagini e le metafore che fanno speciale la tua storia. È camminando che si miscelano i pensieri in modo più originale. “Errabondo”, si dice di chi ama perdersi per le strade del mondo. Ma poiché colui che erra è anche una persona che narra, allora possiamo inventare una parola nuova, “narrabondo”. È il mio sogno, lo stesso dei “clerici vagantes”: un piatto di minestra in cambio di una storia. Di villaggio in villaggio. E un giorno ci riuscirò.

lunedì 27 febbraio 2012

ADDIO AI TREK DELL'ANNAPURNA CIRCUIT E DELL'ALTO MUSTANG CAUSA COSTRUZIONE STRADA

Probabilmente è successo ovunque. Nelle nostre disastrate Alpi da decenni le strade ci fanno arrivare dappertutto, assieme alle funivie, permettendoci vacanze confortevoli.Mi è capitato di recente di percorrere due trekking in Himalaya: l’Alto Mustang e il Circuito dell’Annapurna trovando delle strade carreggiabili al posto dei sentieri.Le strade che vi si stanno costruendo non sono totalmente terminate ma lo saranno a breve perché i lavori avanzano a tutta velocità e già su molti tratti ci sono delle auto che percorrono avanti e indietro lunghi tragitti collegabili tra loro da brevi tratti a piedi.Le popolazioni di quei posti sono contente dell’arrivo della strada, penso, come sono stati contenti i miei bisnonni quando la strada ha collegato il loro paese di montagna alla statale di Alemagna. Maggiore mobilità, meno fatica e più possibilità di contatti esterni, trasporti più veloci e meno costosi, sono solo alcuni dei vantaggi che porta l’avere una strada carrabile sotto casa. Non percorrerò più quei due bellissimi itinerari perché preferisco camminare sui sentieri e, secondo me non ne vale più la pena, ma certamente non posso lamentarmi – e con chi? – della scomparsa di un mondo che l’arrivo della strada ha modificato profondamente. Lamentarmene sarebbe egoistico e ignorante eppure quante voci si sentono scagliarsi contro l’avanzare del progresso in luoghi che gli stessi vorrebbero tenere nell’arretratezza al solo scopo di utilizzarli come un loro giardino in cui esercitare le loro piccole passioni?Senza calcolare che quegli stessi che si lamentano vivono a casa loro circondati da tutte quelle cose di cui dovrebbero privarsi, secondo loro, quelli che vivono nelle, sempre meno remote, vallate himalayane. Solo per fare un esempio geografico.
Le pressioni di ogni genere esercitate dalla Cina sul piccolo stato nepalese stanno dando sicuramente una forte spinta alla costruzione di strade nelle zone di cui sopra perché significa aumentare i commerci e le possibilità di controllo di un gigante su un paese, il Nepal, schiacciato tra India e Tibet , appunto.Negli ultimi 40 anni ho visto con i miei occhi cambiare radicalmente molti luoghi da quando sono stati raggiunti da strade o dove sono state asfaltate le vecchie sterrrate che esistevano già ma erano più scomode e richiedevano più tempo per essere percorse. Mi vengono in mente la Carretera Austral in Cile, la Ruta 40 in Argentina e, senza andare così lontano, moltissime strade interne della Sardegna dove negli anni ’70 era raro trovarne una asfaltata, mentre ora le principali lo sono tutte. I pastori, giustamente passati dall’asino alla Land Rover, non rimpiangono di certo i tempi andati, chiedeteglielo.
In definitiva sconsiglio a ogni TREKKER la percorrenza del classico Circuito dell’Annapurna e dell’Alto Mustang, luoghi che comunque restano paesaggisticamente e culturalmente molto belli e interessanti, a favore di altri itinerari nella stessa zona (a meno che non si ami passeggiare su strade percorse da camion e trattori). Suggerisco il versante orientale dell’Alto Mustang molto più impervio e impegnativo fisicamente e privo di lodges e il meraviglioso Santuario dell’Annapurna che, anche se è molto popolato e ben servito turisticamente resta uno dei classici più meritevoli di essere percorsi.









Clicca sulla foto per ingrandirla


Foto1:la strada che arriva a Lo Manthang dalla Cina


Foto2:i tornanti che si inerpicano sul Thorong La da Muktinat lungo l'Annapurna Circuit


Foto3:taxi nell'Alto Mustang


Foto4:escavatore nell'Alto Mustang

domenica 12 febbraio 2012

K&K operazione Cerro Torre “Il giorno prorompe in tutta la sua bellezza, spazzando via i fantasmi della paura della notte”

Poche settimane fa due giovani alpinisti nordamericani hanno schiodato la Via del Compressore sul Cerro Torre. I siti di alpinismo di tutto il mondo ne parlano e la comunità alpinistica mondiale è divisa tra chi è a favore e chi è contro. Ognuno prende posizioni, nella maggior parte dei casi, assolute. Qui provo a prenderne una anch'io perché amo il Torre e, in qualche modo, quasi tutte le persone che ci si sono spellate le dita sopra.


In vita mia due persone mi hanno fatto sognare: Roger Waters e Cesare Maestri.Prima di morire vorrei cenare con il primo, magari suonarci la chitarra e parlare di musica, mentre col secondo ho cenato una sera, io e lui, davanti a una bottiglia di quello buono e abbiamo parlato della vita. Anche del Torre, ma soprattutto della Patagonia in generale e delle donne argentine. Perché siamo due uomini.


“2000 metri della nostra vita” è uno dei più bei libri che io abbia letto da ragazzo e mi ha cambiato la vita. Sì, perché ho deciso di fare l’alpinista e pure di viverci, proprio dopo quella lettura. E’ un libro anche pieno di retorica e orgoglio, sentimenti di cui sono privo, ma che sono profondamente umani.
Quella sera mi tremavano le gambe sotto il tavolo perché stavo parlando con uno dei miei due idoli, e dopo di allora la mia stima e simpatia verso Cesare Maestri crebbero ancora di più.
Mi è sempre piaciuta la sua frase: l’alpinismo è bello perché ognuno lo fa come vuole! Così slegata da canoni e regole che parlare d’etica sembrerebbe come portare il diavolo a pregare in chiesa.


E’ stato proprio Rolo Garibotti, la scorsa estate, a farmi notare che sulla Sud della torre Trieste in Civetta c’é una lunga fila di chiodi a pressione che si chiama Via della Libertà. Ci abbiamo riso su perché ci è sembrata assurda, a vederla con gli occhi di oggi, ma penso che chi aprì quella via tanti anni fa in quel momento si sentisse libero.
Quando Cesare Maestri stava cercando i soldi per partire per la Patagonia nel ’70 avrebbe fatto qualsiasi cosa per trovarli. Aveva un fuoco dentro che ardeva che ho visto anche in Colin Haley prima di un’annunciata finestra di bel tempo in Patagonia, tanto per restare in argomento.
Nel lussuoso ufficio del responsabile dell’Atlas Copco a Milano il “compressore” l’avevano nascosto dietro a una tenda, quel giorno del 1970, e a Maestri avevano messo in mano una pistola che forava il granito (ce n’era un bel blocco lì sul pavimento) come fosse burro. L’assegno per partire era già pronto e firmato lì sul tavolo e Cesare Maestri se lo mise in tasca con gli occhi lucidi dall’emozione. Dopo le strette di mano di rito e con un piede già fuori dalla porta, Maestri venne richiamato col tono di chi ha un dettaglio dell’ultimo momento: dimenticavo di dirle, caro Maestri, che per fare funzionare la pistola dovrà portarsi in Patagonia questo. E scorrendo la tenda, dietro la quale si insinuava un tubo di gomma blu, apparve il “mostro”: un compressore a motore a scoppio che per farlo funzionare sarebbero serviti in più, benzina e… ricambi, non si sa mai. Lo porterà con sé, vero? Sì, fu la risposta. E voi cosa avreste risposto?


Certo, il Torre è così bello che proprio là doveva andare a piantare tutti quei chiodi, cazzo, ma l’avventura che quegli uomini vissero d’inverno in un posto sperduto com’era l’estancia Fitz Roy (così si chiamava il posto dove oggi c’è El Chaltén) fu una di quelle che sarebbe piaciuto vivere a ognuno di noi.
Mi ricordo ancora dell’anarchia patagonica di ormai molti anni fa, quando arrivavi ai piedi delle montagne e ti costruivi una casa con accetta e tronchi. Provate a farlo ora. E non solo queste cose sono cambiate laggiù.


Portare il compressore lassù sta a Maestri e compagni come la casetta di Infinito Sud sta a Salvaterra e compagni. Non giudico lo stile ma il lato simbolico, quasi mitologico, e soprattutto la componente avventurosa delle due imprese. Chapeau, mi viene da dire a entrambi i team.
E poi la storia del ’59, sarà pure una bugia, perché lo è, ma questo non toglie nulla alla stima che ho per Maestri, semplicemente perché è un uomo con tutti i suoi pregi e difetti. Per me il pregio più grande è stato quello di avermi fatto sognare cambiandomi la vita, non è poco.
Parlando con Rolo e altri amici di El Chaltén, ho sempre sostenuto che una pecca editoriale di “2000 metri della nostra vita” è stata quella di non avere avuto la traduzione in lingua inglese e sostengo tutt’ora che andrebbe fatta. Molti dei suoi detrattori rivaluterebbero scelte da lui fatte a suo tempo e, cosa molto più importante, il suo lato umano, insieme a quello della coautrice e moglie Fernanda. Non parlo mai di quello alpinistico, se ne parla già troppo. Il figlio Gian dovrebbe animarsi e trovare un editore inglese o americano.
Personalmente ho la massima stima sia di Rolo Garibotti, che è un mio caro amico, sia di Cesare Maestri e credo che la polemica che li vede da molto tempo contrapposti esista perché sono due personaggi “estremi” agli estremi di due epoche. La precisione di Rolo nella sua indagine sulla presunta via del ’59 conclusasi con la salita, per ben 2 volte, di quel versante lo mette ai miei occhi tra i più meticolosi, oltre che bravi, alpinisti di tutti i tempi. Maestri, di contro, ha sempre detto di non essere un ”preciso”, ma di essere semmai, sintetizzo io, un sanguigno poco incline a tenere diari e annotazioni.
Ho apprezzato molto l’esempio fatto da chi ha scritto che tutti esultiamo se si demolisce un ecomostro architettonico degli anni ’70 -tranne il proprietario forse, aggiungo- e quindi dobbiamo essere contenti che K&K abbiano tolto i chiodi di Maestri sempre del ’70. Non fa una piega. Io sono per la pace, quindi dico grazie a Cesare Maestri che li ha piantati e grazie a K&K che li hanno tolti.Certo che l'azione in sè avrebbe potuto essere più democratica, ma capisco pure che da lassù prendere decisioni democratiche è pressoché impossibile.


Il Torre, a cui di tutta ‘sta storia non gliene frega niente, resterà la montagna più difficile del mondo per gli appassionati di record, ma per gli amanti dell’avventura, ovvero dell’incertezza, sarà sempre teatro di gesta umane indimenticabili. Questo è l’alpinismo, secondo me.


La storia resta,come restano ora i buchi nel granito, e io ogni tanto me la rileggo e mi emoziono ogni volta esattamente come mi emoziono leggendo quella pagina del catalogo Patagonia (quella che fa i vestiti) in cui Rolo racconta la traversata dal Cerro Standhardt al Torre. Lì gli estremi si toccano, sono entrambi umani.


“Il giorno prorompe in tutta la sua bellezza, spazzando via i fantasmi della paura della notte”. C’è tanta poesia e tanta realtà e umanità in una frase come questa, se non sbaglio è la didascalia di una foto in “2000 metri della nostra vita”, che da sola vale l’esistenza stessa del Cerro Torre e i suoi dintorni. Anzi no, ci metto anche il pensiero di Rolo a sua nipote quando è arrivato stremato in cima al Torre dopo la traversata. Leggetevelo se non l’avete ancora fatto.
Questa della schiodatura del Torre è una storia in sette ottavi, come il giro di basso di Money scritto da Waters nel ‘72,(formidabili quegli anni) irregolare ma perfetta per l’orecchio e il cuore.
mc