lunedì 30 marzo 2015

ARRAMPICATA & BARCA a VELA in SARDEGNA 2-6giugno 2016 Prezzo/pers. 550€con 6 pers. o 750€ con 4pers. e PRIMOMAGGIO in DOLOMITI

Marta Trucco in cima all'Aguglia
"Come tutte le forme d'arte, la scalata ha una superfice e un contenuto, ognuno vede un riflesso della propria interiorità... penso che ci sia abbastanza spazio per una ricerca personale fuori da schemi troppo precostituiti"
ENZO LECIS filosofo sardo

La Sardegna è giustamente, divenuta negli ultimi anni, meta dei più raffinati climbers mondiali.
Il motivo sta nel fatto che ci sono pochi posti al mondo dove i siti di arrampicata sono in luoghi naturali così belli, selvaggi e spesso a picco su un mare dal colore straordinario e dalla trasparenza caraibica.
Falesie con monotiri, vie multipitches e profumi mediterranei sono gli ingredienti di questo breve ma intenso viaggio.
La "conquista" della cima dell'Aguglia di Goloritzé è considerata giustamente una delle più belle e remunerative ascensioni su roccia del mondo!
Cosa volere di più? 
Dopo decenni di "peregrinazioni" nell'isola a vario titolo sono convinto che uno dei migliori sistemi per gustarsi alcune delle migliori falesie sia quello di visitarle vivendo su una barca a vela, come se fosse un comodo rifugio mobile.
Le falesie di Cala Luna, Cala Goloritzè, S, Maria Navarrese (calcare e granito in paese!) e Cala Gonone, solo per citarne alcune delle centinaia che ci sono in quella zona, sono tutte raggiungibili dal mare e quindi in barca.
La nostra barca nel porto di S.Maria
La barca è una comfortevolissima e sicura Janneau Sun Odissey  lunga 13,50m e dotata di tutte le più moderne attrezzature per la navigazione e può ospitare fino a 10 persone in cabine doppie con oblò+spaziosa dinette.
Quindi, oltre all'arrampicata, si potrà imparare l'arte della navigazione per chi fosse alla sua prima esperienza, visto che il "comandante" è uno skipper locale, simpatico,  esperto conoscitore delle coste e ottimo cuoco!

PROGRAMMA Indicativo (possono esservi variazioni dovute a motivi di sicurezza, meteo e/o logistici)
1°giorno: ritrovo a S.Maria Navarrese c/o bar del Porto alle ore 18.00. Cena in ristorante nel porto e sistemazione in barca.
2°giorno: navigazione e arrampicata secondo meteo lungo la costa compresa tra S.Maria Navvarese e Cala Gonone. La scelta delle falesie sarà in funzione del meteo, del mare e delle capacità dei partecipanti. La scelta è molto vasta e cercheremo di ottimizzare tempi e spostamenti al meglio in modo da divertirci sempre. Passeremo alcune notti in rada e altre in porto.
3°giorno: "
4°giorno: "
5°giorno: arrampicata e rientro in porto a S.Maria Navarrese entro le ore 16 e scioglimento del gruppo.



Livello minimo in arrampicata richiesto: 6a (anche se in top rope)
Attrezzatura: scarpe da running, imbragatura, magnesite, scarpette da arrampicata, gri-gri (o assicuratore similare), qualche ricambio, costume da bagno, asciugamano, giaccavento leggera, zainetto.
In barca ci sono le lenzuola nei letti. Non serve il sacco a pelo.

Lo scopo del viaggio è quello di arrampicare in posti bellissimi, migliorare la propria tecnica e allargare le proprie conoscenze.

Prezzo a persona e date: ved. nel titolo della proposta.

Comprende: guida alpina e sue spese, sistemazione in barca in cuccetta in cabina doppia per 4 notti, skipper e servizio di cucina (a bordo comunque tutti dovranno collaborare, è fondamentale!), attrezzature per l'arrampicata (corde, rinvii, ecc), tasse portuali di ormeggio.
Claudia Giglio su Punta Giadili .         Ph. Ciuppecionik
Non comprende: viaggio per la Sardegna e spostamenti sull'isola (conviene arrivare in aereo a Cagliari (www.ryanair.it)  e poi in bus (www.arst.it linea per Tortolì-S.Maria Navarrese), cibo (si fa una cassa comune tra i partecipanti), tutto quello non scritto alla voce precedente.






Info e iscrizioni (entro 2 settimane dalla partenza) 
info@marcellocominetti.com tel 327.7105289



Per il PRIMO MAGGIO idea dolomitica:
salita a Punta Penia (Marmolada) con gli sci e le pelli e poi pranzo e festa al Pian dei Fiacconi.
Vedi locandina a lato.

NON POTETE PERDERVI I FROZEN RATS!

martedì 24 marzo 2015

La Sicurezza & i suoi Fratelli



La sicurezza è una cosa in bilico
Siamo fottuti! Altro che alpinismo sicuro, montagna sicura, kit di sicurezza, procedure standardizzate di sicurezza, attrezzature sicure, sicurezza con la guida alpina, equipaggiamento di sicurezza. 
La vera sicurezza non è nulla di tutto ciò.
Bambini nel Bus de Tofana-Dolomiti
La vera sicurezza è una cosa in bilico perché dipende da Dio, per chi ci crede, o dagli umori del giorno di noi stessi. Da quanti pensieri abbiamo ad affollarci la mente, se abbiamo digerito la colazione e se la giornata è di quelle "si" o di quelle "no". Se stiamo affrontando una cosa a cuor leggero oppure la stiamo soffrendo, se il nostro compagno/a ci è simpatico o è uno che abbiamo trovato tanto per non andare da soli, se quello che stiamo facendo è una cosa per noi stessi o per facebook.

Una bella canzone di Battisti ha un verso che dice:
"L'applauso per sentirsi importante,
senza domandarsi per quale gente".

Lunedì si torna in ufficio o in fabbrica (più probabilmente in ufficio) e cosa avremo da raccontare? Il "carniere" avrà al suo interno una "preda" che ci doni l'approvazione, ma di chi? Per quale gente, appunto.
Il collega, che non sa un cazzo di montagne, la sbarbina che stiamo lavorando ai fianchi, muniti di bandana, maglia in polipropilene attillata e ultimo modello di Sunto dalle istruzioni bibliche illeggibili, quando non con zaino airbag in spalla che ci appensantisce mentre lo scarichiamo dall'audiquattro parcheggiata a bordo strada col muso su per un masso strapiombante, prima di indossare i nostri scarponi da freeride (ma free non voleva dire libero?) flex 150 che neppure Hermann Mayer riuscirebbe a piegare con le "sue" caviglie, e imbracciare come una Spandau 42 quegli sci artigianali fatti a mano uno per uno (quindi storti) larghi come una tavola da stiro che galleggiano su ogni tipo di neve...
Se fosse estate: con lo scarponcino tedesco che "bloccalacaviglia" dalla suola rigorosamente con bollino giallo ottagonale, indossato dopo aver riposto nel bagagliaio immacolato del SUV (=Sarà Una Verità?) le scarpe basse dal nome di un celebre aperitivo ispanico (che andavano benissimo proprio perché non bloccano la caviglia, maledizione), con la canna di gomma del camelback che ci strozza tra gli spallacci dello zaino da running ('tanto dove andiamo poi è pieno di bar) al quale abbiamo appeso fuori il set da ferrata.
Abbiamo ancora nelle orecchie il rimbombo del commesso/a del negozio che ci ha perseguitato tutta la settimana (perché noi perseguitavamo lui e lui poverino si vendicava giustamente) ogni tardo pomeriggio prima di andare a casa a farci perseguitare dalla famiglia, per chi ne ha una, altrimenti da un socialnetwork qualsiasi, perché eravamo indecisi sul bordino termosaldato della giacca in gatto-tex della Ratagonia che costava 800€ mentre quella della Mare-mot ne costava solo 790!
I commessi (l'ho fatto anch'io) devono fare uscire il cliente come Julia Roberts in Pretty Woman dal negozio dove lavorano. Ti sfiniscono di informazioni facendoti credere che più spendi e più sicurezza hai. 
Così per l'automobile, per l'ARTVA, le calze, il fischietto, l'orologio (a cosa servirà mai oggigiorno avere l'orologio?) multifunzione, la casa, gli elettrodomestici, il cane (un dobermann ti difende, un volpino piscia sulla moquette), la bicicletta, le vacanze, la compagnia aerea, il cibo al supermercato (in tutti i vini ci sono i solfiti, per esempio, e sono velenosi) e basta.
La sicurezza nell'andare per monti in ogni stagione passa, secondo i più, attraverso tutte queste cose, che costano, pesano, alleggeriscono lo spirito in quanto acquistabili facilmente anche se costose perché a dispetto della crisi siamo tutti ricchi, se non non andremmo in montagna, no?


Stavolta cito Bennato:
"e se non avrai più i soldi una mattina
ti troverai dall'altra parte della vetrina" 



Vecchio impianto di risalita
Perché non lo dice nessuno che la sicurezza è una cosa impalpabile, senza prezzo di listino e ha molto a che fare con l'equilibrio interiore e con l'esperienza che solo il tempo e la pazienza ti possono dare?
Si può essere poveri e sicuri ma non ricchi e quindi sicuri. Che casino!

Invece la sicurezza non costa nulla, non pesa nello zaino ma è un privilegio spesso inarrivabile. Si porta dentro al nostro corpo e, come lui non è infallibile, e è una cosa altalenante anche quando c'é. Per averla serve essere dei disadattati molto pazienti perché per averne solo un po' serve tanto tempo, molta umiltà e poca voglia di esibirsi ovunque. La sicurezza è per sè e ti fa tornare a casa vivo anche di notte sotto la pioggia, al buio, quando nessuno ti vede per dirti bravo.
La sicurezza non è nulla di tutto quello che ho scritto prima e molto altro che non ho scritto, ma che si può leggere sulle riviste dei club alpini o sui depliant degli autosaloni, che non sono molto diversi tra loro.


Nel bidone di spazzatura virtuale (per fortuna) presente in internet c'é anche un sito di alpinisti-molotov con tanto di decalogo per potervi appartenere e potersvisi "loggare". L'idea mi piaceva, ma poi il dovermi registrare -che è un po' come presentarsi al ristorante di sabato sera con le mutande alle caviglie camminando faticosamente a piccoli passi, secondo me- mi ha tolto ogni poesia.
Ribellione, sinistrosità, tutto passabile, maccheccasso c'entreranno le bombe incendiarie con l'andar per monti? Poi ho visto che il loro logo è una bottiglia col tappo che salta come quelle dello spumante, innocua, e dentro la bottiglia c'è una montagna. Cosa vorrà dire?
Mi piaceva di più la bombamolotov come estrema e povera risorsa, (ma micidiale) delle lotte anni '70 o dei Bersaglieri nel deserto di El Alamein contro i tank di Rommel: la volpe del deserto.
Una volpe appunto, il bel mustelide peloso che da sempre viene, suo malgrado, associato all'astuzia o più ancora alla furbizia.
E se la sicurezza fosse una questione di furbizia? Nel farci acquistare di tutto per farci consumare incrementando il PIL?
Ma dai, dai... prepariamoci e vediamo di divertirci.
E anche così corriamo il rischio di strozzarci con la cannuccia della borraccia o con la cinghia del cardiofrequenzimetro, essere vittima della APP che ci avrebbe avvertito in caso di allerta meteo o... anche finire sotto una valanga, fulminati su una cresta, quando non scivolati da un sentiero esposto o risucchiati da un crepaccio che "non si vedeva". Massima libertà.

Sergente, buonanotte. Ma va a cagare! (Mediterraneo. Di G.Salvatores)