sabato 5 luglio 2014

SELVAGGIO BLU la Variante che (quasi) tutti aspettavano!


Nella lingua baunese per indicare un luogo difficile da percorrere, ripido e pericoloso si usa la parola “ledere”, come a indicare le conseguenze di una caduta mentre lo si tenta di attraversare. Un monito, insomma. Un avvertimento da tenere in grande considerazione se si conoscono i pastori di Baunei, abituati da sempre a muoversi su un terreno che più impervio non si può, quando non decisamente verticale e roccioso da sconfinare sicuramente nell'alpinismo che con il pascolo ha ben poco a che vedere.
Proprio un “ledere” si trovarono davanti Peppino Cicalò e Mario Verin mentre cercavano un passaggio tra le foreste sospese tra Cala Goloritzé e Ispuligidenie sul finire degli anni 80. Inutili furono i tentativi di attraversare questa zona costiera che collega comunque con un impervio sentiero, oggi abbandonato, tre boschi isolati tra loro da irti speroni rocciosi, e quindi i due “esploratori” si diressero alla gola di Boladina dove ad oggi transita l’allora neonato sentiero Selvaggio Blu.
Cala Goloritzè e Punta Iltiera viste dal bosco di Ispuligi appena superato
Da anni, con gli amici locali Antonio Cabras della Coop Goloritzè e i ragazzi della Grotta del Fico, si fantasticava (e si provava in numerose incursioni esplorative) che si doveva trovare il passaggio misterioso ma che non doveva essere troppo difficile per non stravolgere la consolidata essenza di Selvaggio Blu. Non eravamo i primi ad averci pensato perché

percorso della variante attrezzata
...che più ledere non si può!
i pastori di capre baunesi Ziu Cherzu e Ziu Abiolu, rispettivamente occupanti i territori di Goloritzé e Ispuligidenie , si erano detti tanti anni addietro che avrebbero potuto costruire una Iscala Fustes (sorta di ponte in rami di ginepro utilizzato per attrezzare passaggi particolarmente esposti) e collegare i loro ovili, utilizzando addirittura dei tubi Innocenti per via della lunghezza del tratto verticale da superare, ma mai lo fecero. Il motivo era che le loro rispettive capre lo avrebbero utilizzato per spostarsi da un bosco all’altro mischiando le greggi intaccando sicuramente i buoni rapporti di vicinato tra i due pastori. I tempi  trascorsero,le cose cambiarono e le zone di pascolo più remote del territorio vennero abbandonate.
Claudio e Marcello durante l'attrezzatura. Sullo sfondo Cala Goloritzé e l'Aguglia
Finché nel maggio del 2013 Luca Gasparini e Marcello Cominetti, individuarono un punto, che con poco più di 30 m di arrampicata risolse il collegamento tra i sentieri per poter unire Cala Goloritzé a Cala Ispuligedenie senza risalire la gola di Boladina e percorrere la Serra e’ Lattone. Il tratto di arrampicata, però, era tutt’altro che facile, sicuramente impraticabile per un escursionista anche esperto, quindi nel giugno del 2014 Mario Muggianu, Claudio Calzoni, Nicola Collu, gestori della vicina Grotta del Fico, e Marcello Cominetti, ottenuto un finanziamento dalla ditta SCARPA per l’acquisto dell’attrezzatura in acciaio inox, hanno attrezzato con 30 m di cavo e qualche gradino il famoso passaggio.
Mario sul traverso
Utilizzando alcuni tronchi in ginepro per rendere più agevole il passaggio in onore alle tradizioni pastorali locali, ora il tratto verticale è percorribile con kit da via ferrata (consigliato) e presenta una difficoltà tecnica non superiore a quella originaria del resto dell’itinerario Selvaggio Blu pur essendo di estrema spettacolarità per la notevole esposizione dei passaggi che però sono ben assicurati.
Non nascondo che nell'attrezzare questo passaggio ci siamo posti molti interrogativi di carattere "etico" legati prima di tutto alla condizione unica che gode questo eccezionale territorio dal punto di vista estetico e ambientale, e in secondo luogo all'essenza che il sentiero Selvaggio Blu si è guadagnato negli anni, grazie proprio alle prerogative di poc'anzi. Crediamo di avere fatto un buon lavoro aprendo una possibilità senza offendere nulla e nessuno ma consapevoli del fatto che per preservare totalmente un luogo sarebbe meglio non andarci. Ci auguriamo che i frequentatori futuri siano intelligenti e rispettosi come lo sono quasi sempre stati da queste parti, sicuramente sostenuti e intimoriti da una natura così prepotentemente bella.
Ora “su ledere ‘e Goloritzé” è meno impervio di prima ma resta ben lungi dal potersi considerare un normale sentiero, semplicemente perché non lo è affatto.
Questo percorso si propone come variante all’originale, aprendo la percorrenza del lungo tratto costiero tutto sospeso sul mare di Ispuligi fino ai grottoni che precedono Bacu Mudaloru, in corrispondenza della calata in corda,  dove i due itinerari si ricollegano.
Inutile dire che le difficoltà di orientamento e sicurezza, dovute al fatto che questo insieme di sentieri è rarissimamente percorso, non sono per gli inesperti e il tratto attrezzato presuppone la conoscenza delle necessarie tecniche alpinistiche e viene percorso da ognuno a proprio rischio e pericolo.
Claudio lungo il tratto finale attrezzato
Luca in pieno "ledere"...
Resta da sottolineare che al momento il tratto di sentiero che collega Goloritzé al passaggio attrezzato che porta al bosco di Ispuligi è molto pericoloso e dovrà essere aggiustato in più punti. Al momento ci sono alcuni ancoraggi per poter fare sicura con la corda nei punti più esposti ma percorrerlo ora è molto pericoloso e complicato, quindi impegnativo sotto ogni aspetto.
Claudio alla fine dell'esposto traverso
Selvaggio Blu ha così riacquistato un nuovo interesse ad essere percorso anche da chi lo aveva già fatto, e la bellezza e spettacolarità di questa notevole variante potranno solo accrescere la già nota bellezza di uno dei più bei percorsi a piedi per buoni escursionisti che esistano al mondo!