lunedì 5 giugno 2023

LE BELLE VIE: DIMAI-EOTWOS ALLA TOFANA DI ROZES, DOLOMITI AMPEZZANE

 

A.Bettoli tra i due anfiteatri

Quando voglio fare un bel regalo a una persona cara appassionata di montagna e di scalata su roccia, la porto su questo splendido itinerario aperto nel 1901 dalle guide cortinesi A. Dimai, G. Siorpaes e A. Verzi che accompagnavano le baronesse Ilona e Rolanda Von Eotwos. La cosa non deve trarre in inganno perché le due nobildonne erano quantomai agguerrite scalatrici e si resero protagoniste dell'epoca d'oro dell'esplorazione verticale delle pereti rocciose di molte cime dolomitiche.

L'esposizione a sud e la bellezza della montagna sulla quale si svolge, insieme alla complicatezza del percorso, fanno di questa via una delle classiche delle Alpi tutte e scalatori da tutto il mondo ne stringono ogni estate gli appigli.

L'inizio del traverso. Inverno 2023
L'ho percorsa in ogni stagione dell'anno, in cordata con moglie, figli e amici vari, da solo e con ogni condizione meteo, come guida e per il puro piacere della scalata e nonostante l'abbia fatto molte volte, riesco a considerare questo itinerario storico come uno dei più appassionanti da salire come guida. 

Se scalate sul quarto grado "alpino" e avete una buona resistenza, perché la via è lunga un migliaio di metri, dovrebbe rappresentare il vostro sogno alpinistico al pari del Cervino, solo per fare un esempio facilmente comprensibile e di impegno analogo.

La via si sale in giornata partendo dal Rifugio Dibona da dove l'attacco dista circa 45 minuti di cammino. La discesa avviene lungo la via normale: un sentiero con qualche passaggio di primo grado. Lungo la via l'arrampicata è quantomai varia ma sempre entusiasmante per la varietà appunto, di ambienti e paesaggi corcostanti che cambiano sempre. Non manca un'affilata cresta finale per raggiungere la vetta a 3244m.

QUI TROVATE LA SCHEDA TECNICA DELLA VIA

Per organizzare l'ascensione della via con 1/2 alpinisti potete contattarmi con un po' di anticipo al recapito che trovate qui in alto a destra.

La via si può percorrere anche in inverno nelle giornate di sole con condizioni ideali di innevamento con un impegno complessivo decisamente maggiore rispetto all'estate.

venerdì 21 aprile 2023

UNA MOSTRA FOTOGRAFICA DALLO STRANO NOME, Ma...

Ruta 40 in bici, Patagonia, Argentina



Grazie al sostegno di :




e  




e all'allestimento, stampa e coordinamento di 

di Genova

sono contento di invitarvi alla mia mostra fotografica su circa 4 decenni di fotografie:

TREPINDANGA 

storie e immagini 

Le montagne sono solo lo sfondo

 

In slang lunfardo-argentino si definisce trepindanga un breve tratto di rocce da superare lungo un sentiero su cui si cammina. La trepindanga prevede anche l’uso delle mani ed è un ostacolo da superare se si vuole andare avanti. A volte fa paura. Se si affronta un’avventura si incontrerà anche la trepindanga perché non tutto sarà prevedibile come certi vorrebbero.

Non c’è avventura se qualcosa non va storta e la trepindanga altro non è che la metafora degli ostacoli che la vita ci presenta anche quando non vaghiamo per passione (per me anche per professione) tra i monti.

Quando mi sono messo lì per selezionare le foto per questa mostra ho visionato in circa 2 mesi quasi 18.000 diapositive con l’intenzione di tirare fuori una serie di immagini di alpinismo:  dalle Dolomiti dove vivo, a varie montagne sparse per il mondo. Mentre rifacevo questo viaggio, perché è stato così,  sono nati in me molti dubbi e addirittura ho pensato per un momento durato qualche giorno, che non avrei fatto nessuna mostra. Mi sono detto invece che avrei scelto quegli scatti che mi ricordavano qualcosa di ormai perduto ma che nella mia memoria avevano lasciato un segno profondo.

Ugualmente le foto erano tantissime ma mi imposi di fare una selezione ferrea riducendo il numero sempre più e drasticamente. Mi sono anche detto che tra le foto scartate probabilmente c’erano gli scatti migliori, ma migliori per chi?

Una sera, scorrendo delle immagini di un famoso fotografo francese nel silenzio di casa mia, ho colto le parole di un pittore spagnolo che commentava puntigliosamente quelle fotografie. La sostanza era che chi osserva una foto è come un voyeur che fa parte di un quadro in cui c’è lui stesso mentre osserva la foto e quindi siamo tutti dentro quella foto che fa parte di un quadro.

Quindi la mia scelta, vi piaccia o no, è stata fatta grazie a questa ispirazione e anche lo sguardo del mio gatto mi ha convinto che fosse quella la giusta via.

Le mie foto sono spesso state riprese mentre facevo il mio lavoro di guida alpina, sulle montagne anche di paesi lontani, che per essere raggiunte prevedevano il percorrere varie situazioni che con la montagna nulla avevano a che fare. Spesso lo scatto partiva dalla coda dell’occhio più che da una composizione dell’immagine ponderata. Mi piace definirle come il risultato di un frettoloso reportage.

Riportata alla vita, la Trepindanga, è un ostacolo da superare ma anche un diversivo che si alterna alla monotonia di una normale camminata.

Nelle mie foto, riguardandone molte scattate diversi anni addietro, ho trovato questa analogia attraverso le diverse situazioni che ritraggono. Quindi, dovendone fare una selezione partita da qualche migliaio di diapositive, ho cercato di scegliere, sicuramente non riuscendovi al cento per cento, quelle che mi riportassero a situazioni particolari nell’ambito di un viaggio, una scalata o una visita a persone e luoghi a caso. Sempre che il caso esista poi davvero.

Mi sono aiutato con delle  didascalie per portare ulteriormente l’osservatore nell’atmosfera evocata da ogni immagine e per contestualizzarne la posizione nel tempo e nello spazio. Anche se sono convinto che una foto ti dica qualcosa di bene o di male con un semplice colpo d’occhio.


VI  ASPETTO!

Marcello Cominetti(Genova 1961) alpinista, viaggiatore e guida alpina di professione  si appassiona alla fotografia grazie allo zio paterno Giuseppe che lo introduce al bianco e nero e alla camera oscura. Nel 1984 lascia Genova per Corvara, nelle Dolomiti, dove vive tutt'ora. La sua casa è stata lungamente il "porto" da cui progettare viaggi, trekking e spedizioni sulle montagne del mondo. Di indole analogica, non è su nessun social (a parte il suo sito internet) e dedica tutto il suo tempo alle attività nella natura, tanto per lavoro quanto per passione.
Musicista di strada, h
a scritto e fotografato per:
ALP, Rivista della Montagna, Meridiani, Panorama Travel, Gran Gourmet, National Geographic, The Himalayan, Chaltén Hoy, Gognablog, Planetmountain. Freerider, Pareti.



 

mercoledì 15 febbraio 2023

SCIALPINISMO A CRETA 16-20 MARZO 2023 1500€/pers. + volo.


Dovuto al fatto che sull'isola di Creta c'è attualmente moltissima neve, metto questa proposta last minute.
La neve ormai è diventata una cosa da prendere quando c'è, dove c'è.
Comunque le montagne di Creta, a dispetto dell'ubicazione mediterranea, sono tutt'altro che banali perché hanno pochi punti d'appoggio e sono molto selvagge, oltre che molto grosse.

Oltre alle bellezze classiche dell'isola dalla civiltà millenaria ci sono due massicci montuosi selvaggi e isolati che spesso consentono di essere frequentati con gli sci e le pelli di foca: i Lefka Ori e il Pirolitis dove le cime superano i 2000m di altitudine e dalla cui cima si vede il mare libico.
Le discese sono decisamente di ottima qualità e anche il semplice stare sull'isola è molto gradevole a causa dell'ospitalità dei suoi abitanti e dei suoi paesaggi di grande bellezza. Infine, il cibo locale per la sua eccellente qualità, vale la pena di richiedere una permanenza a Creta per il puro piacere di gustarlo!

Questo programma prevede il soggiornare in piccoli e accoglienti hotel situati in piccoli villaggi di montagna da cui partire ogni giorno per un'escursione diversa con gli sci.

Le gite sono di difficoltà MSA e i dislivelli sui 1000m. ca. a gita.
Non specifico qui le cime su cui saliremo perché dipenderà dalle migliori condizioni della neve, sia per quanto riguarda la sicurezza che la qualità della sciata.

E' previsto il pick-up direttamente al nostro arrivo in aeroporto da parte di un operatore locale con fuoristrada e la sua assistenza per il trasporto di persone e bagagli ogni giorno, fino al rientro in aeroporto per il volo di ritorno a casa.

La quota a persona include:
-Operatore locale ogni giorno col gruppo, anche durante le escursioni scialpinistiche.
-4 gite scialpinistiche di cui 2 nei Lefka Ori e 2 nel Pirolitis a seconda delle migliori condizioni meteo e della neve.
-Guida alpina dall'Italia e sue spese (volo incluso).
-5 notti in hotel con servizio di mezza pensione e pasti tradizionali.
-Camere doppie in hotel (supplemento richiesto per sistemazione singola)
-Tutti i trasferimenti su strada sull'isola.

La quota non comprende:
-Bibite alcoliche e in genere in hotel.
-Pranzi al sacco (facilmente reperibili giornalmente in loco)
-Servizi extra rispetto alla mezza pensione in hotel.

Il volo è a parte perché di facile reperibilità su internet (www.skyscanner.it) e piuttosto
 economico.

INFO
info@marcellocominetti.com  +39.3277105289 (tel e whatsapp)





venerdì 20 gennaio 2023

ICE CLIMBING - CASCATE GHIACCIATE

 

Adrenalina ph.M.Garbin

*La zona intorno a casa, nel cuore delle Dolomiti tra Marmolada, Tofane, Sella e Civetta, consente di raggiungere facilmente e in pochi minuti di automobile alcuni dei paradisi dolomitici dell'Ice Climbing.

Vere aree con più flussi gelati con svariati itinerari di differente difficoltà e impegno sono:

-Sottoguda

-Colfosco

-Sas Dlacia probabilmente la migliore palestra di ghiaccio delle Dolomiti.

La cascata più vicina a casa è Adrenalina, che vedo dalla finestra, trovandosi proprio su lato opposto della valle. Una colata poco frequentata di rara bellezza.

Altre "perle" in zona sono:

-Frea

-L'Ciamin

-La Piovra

-Hruschka

-Psyco Killer 

Insomma, le possibilità sono veramente tante che qui non posso elencarle tutte.

Restano validi i programmi 2023 di ghiaccio e scialpinismo con corsi e uscite giornaliere e/o di più giorni.

Il mio socio Franz verso la cima del Cerro Torre in Patagonia

Contact 


info@marcellocominetti.com +393277105289 (tel e whatsapp) 


domenica 20 novembre 2022

INVERNO da SKIRATTA 2023 Scialpinismo, Ice Climbing, Ciaspe. REGALA ESPERIENZE

 

Sui monti di Alpago-Dolomiti

PROGRAMMA SKIRATTA inverno-primavera 2023
clicca per vedere tutte le proposte

Cosa aspetti a scoprire la vera montagna?

Lagazuoi. Ph.D.Reddick


REGALA ESPERIENZE

                   ragazzi in montagna,Dolomiti

Alto Dolpo-Nepal


Se vuoi fare felice un appassionato/a puoi regalare un corso o una singola giornata con la guida alpina. Le possibilità vanno dal principiante all'esperto e includono:
-arrampicata
-ascensioni alpinistiche
-scialpinismo
-ciaspolate
-escursioni a piedi
-trekking, viaggi e spedizioni nel mondo, sulle Alpi e nel Meditarraneo.


Contact info@marcellocominetti.com Tel e WA: +39.3277105289 


giovedì 9 giugno 2022

Quel che manca del 2022

Cima Cervino/Matterhorn 4474m.
STO PUBBLICANDO i programmi estivi (visibili nella colonna a destra) in >Dolomiti, Cervino, Monte Bianco, ecc. di arrampicata, vie ferrate, alpinismo e gite a piedi oltre ai Trekking autunnali in Sardegna, Creta, Karpathos, Asinara, Nepal e qualche itinerario cicloturistico di più giorni.


Alba sul Fitz Roy, Patagonia




Non mancheranno anche una traversata sullo Hielo Patagonico Sur a Dicembre e il solito periodo di scalate e trek in Patagonia tra fine anno e Gennaio 2023.

A presto!

lunedì 6 dicembre 2021

INVERNO 2023 CON SCI, CIASPE E PICCOZZE. PROGRAMMA SKIRATTA!

 


Le proposte che ho spiritosamente riunito sotto il nome di PROGRAMMA SKIRATTA 2023 sono tutte a base di fatica perché si fanno esclusivamente con le proprie forze senza ricorrere a nessun mezzo meccanico. Non piaceranno a tutti, lo so, ma io mi rivolgo agli appassionati perché so che ci sono e so anche che in molti lo diventeranno. 
Scialpinisti, ghiacciatori e ciaspolatori d'ogni ordine e grado, qui c'è pane per i vostri denti!


Le iscrizioni sono aperte!


VISUALIZZA CALENDARIO GITE SCIALPINISMO MARZO-APRILE 2022
info@marcellocominetti.com
+393277105289

A chi non avesse una Polizza di recupero/soccorso consiglio:
DOLOMITI EMERGENCY
Valida in tutta Europa per sport, lavoro e agonismo dal costo di 22€/anno.

Verso Monte Castello-Fanes. Foto Arch. Rif. La Varella


Valun Blanc-Fanes Cima Dieci e Nove sullo sfondo
Foto Arch. Rif. La Varella


giovedì 4 novembre 2021

PROGRAMMA SKIRATTA a new life on the snow


 STAY TUNED... fai PLAY sul minivideo per vedere di cosa si tratta.
CLICCA PER ACCEDERE AL PROGRAMMA SKIRATTA 2022 COMPLETO

mercoledì 7 aprile 2021

2021 IL PRIMO INVERNO DI QUEST'ANNO e IL PRIVILEGIO DELL' EMARGINAZIONE

 

uscendo dalla val setus (sella)

Il 21 Dicembre dell’anno precedente inizia l’inverno se sei già oltre il 31 di quello stesso mese di quello stesso anno. Solo 10 giorni se ne stanno nell’anno scorso ma inizia a fare freddo a Novembre e il freddo autunnale è il più penetrante perché l’aria è umida. Dicembre e Gennaio sono quelli del gelo, dal sole basso e fugace, sulla neve che scricchiola sotto le scarpe anche a sud.

alpago (f. marco garbin)

Quando l’inverno termina sul calendario, come è successo oggi, gli uccelli cantano già da qualche giorno la mattina presto e nell’aria c’è, per la prima volta di quell’anno, l’odore del bosco che prima era sincopato dal freddo che ne impediva l’espandersi. La primavera in montagna è impercettibile e prepotente, a seconda dell’ora della giornata. Il freddo intenso dell’alba lascia velocemente spazio al tepore infuso da un sole che si alza alto nel cielo descrivendo una parabola che ogni anno sembra sempre più ampia.E’ la nostra voglia di calore che ce la fa vivere così, perché in realtà la parabola e sempre la stessa.
alpago (f. marco garbin)


In quella ci insinuiamo con i nostri sci, per salire e scendere dalle montagne. Un sottile gioco del calcolo di esposizione, orario, pendenza e della nostra velocità, complica piacevolmente le cose. Lo scialpinismo, attività alpinistica primaverile per eccellenza, è l’ interpretazione di una natura in veloce metamorfosi giornaliera. Se la si sa interpretare si può parlare di una certa sicurezza nel percorrere le montagne, perché le valanghe se ne stanno ferme nel gelo e semmai si mettono in moto nelle ore più calde. Nel freddo dell’inverno nessuno sa con la stessa esattezza cosa succede all’interno del manto nevoso. Non si può mai essere sicuri di un bel niente.
Il più grande dei pericoli della montagna innevata si può in primavera gestire con regole elementari, ma che non sono così semplici. Contraddizioni apparenti che rendono questa attività molto artistica e piacevole, a patto di essersi preparati a fondo e considerare come pilastri i segnali che la natura stessa ci invia continuamente, lasciando in secondo luogo ogni altro impegno con la vita, perché in montagna con gli sci bisogna vivere, non morire. Già, ma cosa significa tutto ciò?

monte sief-col di lana (f. michele barbiero)

Una guida alpina normalmente deve gestire un’escursione mediando tra capacità e gusti del cliente, ora a cui l’hotel serve la colazione, distanza eventuale in auto da percorrere, tempi di preparazione pre-partenza, dimestichezza con l’attrezzatura e umore di quest’ultimo. E nel frattempo là fuori e lassù la neve fonde, gela, slitta, si contorce nei movimenti della distruzione del cristallo influenzati da milioni di fattori di cui noi “esperti” ne conosciamo si e no una decina. Ce n’è di strada da fare, anche oggi con l’aiuto della tecnologia, ma ancor più davanti alle punte dei nostri sci, nella costante tensione dell’agire, riuscire, soddisfarsi, impegnarsi quanto si può e tornare a valle incolumi e magari col sorriso.

verso la tofana di rozes (f. marco garbin)


Tutto questo, così come l’ho descritto, non è accaduto quest’inverno, il primo del 2021. Il motivo è stato quello della mancanza di lavoro da guida. Ma ogni cosa ha un risvolto positivo, anzi, sovente più d’uno.
Le montagne senza gente, la tanta neve di questa stagione e gli amici.
Si, gli amici. I miei sono quasi tutti guide come me o comunque sono persone che non hanno un lavoro di routine e quindi possono gestirsi il tempo in funzione di quanto ho detto prima, nella fattispecie, nei confronti della neve. Quindi sono state innumerevoli le gite sci alpinistiche fatte tra amici come raramente accadeva e con la possibilità di farlo praticamente ogni giorno di bel tempo. E’ così piacevole che mi verrebbe da sperare che non si torni più alla normalità di prima del Covid, ma pensando a tutto quello che questa pandemia comporta di negativo, in fondo, e per rispetto a chi soffre più di me, mi auguro che questa situazione finisca. Però ci ha dato modo di poterci frequentare a fondo e pure di fare una selezione, creando piccoli nuclei di gente che va d’accordo anche se le discussioni animate non mancano mai.

giorgio manica su stratos -sas dlacia/val badia


Tutte le volte che incontravo un collega era perché si andava in versi opposti e quindi, con il cliente che freme per proseguire, avevi poco tempo per scambiarti quei pareri che poi sono le informazioni più importanti sulle condizioni della montagna. Sembra una nenia ogni volta: com’era la neve? C’era ghiaccio? A che ora siete scesi? Si riesce a passare da lì? Quest’anno il ruscello è sotto la neve? E via così.
Le guide alpine si scambiano continuamente questi feedback allo scopo di sapere. Sapere sempre di più sul proprio posto di lavoro come dei normali lavoratori.
Ora queste discussioni hanno tempo di farsi e di elaborarsi con la giusta calma e questo fa bene ai nostri animi.
Ringrazio i miei compagni di gita di questo primo inverno del 2021, sperando di non dimenticarne qualcuno:

Marco, Michele, Isabel, Tommaso, Nicola, Clemente, Arturo, Sandra, Marta, Deborah, Toni, Nadia, Luca G., Giorgio, Luca, Markino, Giovanni, Arianna, Paddy, Kurt, Franz, Marco P., Nicola C., Drago Gagarin, Enrico, Silvia, Norbert, Checco T.

castelletto di tofana (f. marco garbin)


Ci siamo! Gli impianti di risalita stavolta non hanno chiuso, bensì non hanno mai aperto. Sono facce della stessa medaglia. Per questo diverse. In molti hanno scoperto cose che mai avrebbero pensato esistessero. Nel bene e nel male. Il mio punto di vita privilegiato tra Civetta, Sella, Tofane e Marmolada mi fa sentire che indietro non si torna, almeno per alcuni.
Oserei dire per molti.

ramponi in tinta con la giacca su: spada di damocle-colfosco/val badia (f. michele barbiero)

ghiaccio cosmico sui miei pantaloni
Mi sono sorpreso quando ho sentito dire da operatori locali che la strada su cui eravamo prima della pandemia ci stava portando alla rovina morale riempiendo le nostre tasche (le mie non tanto) e svuotando i nostri cuori. Persone che lavoravano a testa bassa tutta la stagione invernale senza neppure accorgersi che là fuori c’era il paradiso per l’anima. E ora l’hanno scoperto. Alcuni stanno pensando che “dopo” arriveranno turisti nei cui occhi si rifletterà anche la fatica felice e non solo il consumo di cose perché la giostra su cui si era saliti lo imponeva.

Non voglio con queste mie parole deridere albergatori, impiantisti e negozianti ma semmai accentuare quello che adesso è davanti agli occhi di tutti, ovvero che il turismo di montagna può sopravvivere decrescendo e ristabilendo un ordine naturale che si era perso da decenni. Le riconversioni non saranno impossibili e molto probabilmente saranno obbligate. Cerco ovviamente di vedere quello che di buono ha portato la pandemia sulle montagne dal punto di vista morale. Sono conscio che ci sono tutte le implicazioni negative, ma contro quelle possiamo fare ben poco.
E non me la prendo neppure con il Governo, come invece fanno in tanti, perché è facile criticare stando seduti al bar, quando resta aperto.





patentesi sarda, clemente a monte oddeu
Se pochi saggi illuminati predicavano, perlopiù inascoltati, una frenata globale anche tra le vette alpine, ci siamo ritrovati da un momento all’altro di fronte a qualcosa di più grosso di una guerra. Qualcosa provocata dalla natura e la sua forza. Adattamento è il mantra necessario. Considerare la natura un nemico porterebbe a risultati ancora più nefasti.




Cento anni fa la “spagnola” si diffondeva nelle trincee della Grande Guerra uccidendo talvolta più dei cannoni e della follia dei generali seduti in poltrona intenti a spostare confini sulle mappe. In qualche modo l’umanità ce l’ha fatta ed è riuscita persino ad organizzarsi un’altra guerra, neppure troppo tempo dopo.

parentesi sarda, viaggio stupendo in
treno da Pto.Torres a Olbia


Dalle mie parti nelle trincee della prima guerra mondiale ci hanno costruito le piste da sci. Nelle stagioni con poca neve basta spostarsi di poco da una pista battuta per scorgere un filo spinato o un trave di larice inchiodato spuntare dalle rocce. Che contrasto, mi sono sempre detto, quando vedo gli sciatori nei loro vestiti sgargianti e dentro le loro protezioni, dal casco alle armature paracolpi varie, aggirarsi intontiti dalla forza di gravità superata tramite una macchina, laddove un secolo fa ci si uccideva l’un l’altro vestiti di lana e impestati dai pidocchi.
michele barbiero nella galleria di
guerra nella cima fanis di mezzo


Forse l’uomo, da buon predatore, deve sempre sentirsi in odore di attacco e quindi deve anche difendersi. Ultimamente l’atmosfera sulle piste era un po’ così. Ma no, non voglio condannare un sistema bianco e sci- volatore nel quale ho sguazzato anch’io in qualche modo. Mica vorrei vedere tutti fuoripista o con le pelli di foca. Mio padre, a questo proposito e frenando il mio entusiasmo, mi ha sempre ricordato che è una fortuna che gli appassionati di montagna non siano poi così tanti, sennò sai che casino che ci sarebbe!?
Mi rendo conto di essere privilegiato perché vivo sul limitare del bosco in cui posso andare sempre e poi sopra ci sono le montagne, quelle ripide e rocciose, dove posso non sentirmi prigioniero dei dpcm e dove non incontro nessuno o quasi.
In questa stagione ho ritrovato gli amici ai quali non potevo dedicare il tempo che avrei voluto perché dovevo lavorare e riposarmi. E lo stesso è per loro.
sala compressori sullivan nella galleria
di guerra del castelletto

La neve è abbondante e la stagione dello sci durerà ancora mesi, fino ad accavallarsi con quella dell’arrampicata.

Ce ne stiamo quassù dove non ci sono cinema, musei e teatri, che in città ora sono chiusi, a guardare e vivere la natura, senza sforzi che non siano quelli necessari a fare salire gli sci con sotto le pelli di foca. Per poi ritornare sulle nostre tracce quando si scende. Certo che siamo proprio degli stupidi. O no?!

Le foto proseguono:

pausa sarda, viaggio in treno da P.Torres a Olbia

paura su alfredo alfredo a monte oddeu

pausa sarda, de andrè vive

michele barbiero sulla cengia di guerra veronesi-fanis

michele barbiero giù dalla forc. del lago-fanis/scotoni

tofana di rozes da cima fanis di mezzo

discesa dalla cima fanis di mezzo

sotto il castelletto di tofana

campionessa e tofana di rozes (f.michele barbiero)

incerto mattino (cit. alessandro gogna)

Salve Piemonte (f. daniele magnini)

checco tremolada su la varella/val badia

norbert frenademez sopra casa (la varella/val badia)

gita familiare a monte castello: arturo, sandra, Isabel e marta arrancano

mio figlio tommaso e il suo cane drago gagarin nel vallon bianco

mia figlia Isabel mi segue lungo l'alpe di fanes grande/val badia

giù da la varella west (f.checco tremolada)

marta giù dal bosco di monte sief a pochi metri da casa

franz salvaterra sanguina sulla cima brenta

via che non c'è (var.di destra) a
cima brenta (f. franz salvaterra)

col mio socio giovane franz salvaterra sulla cima brenta

con michele barbiero

verso forc.nord di croda rossa d'ampezzo, val de montejela

con norbert frenademetz verso la varella (f. michele barbiero)

mia figlia Isabel sulla scala del
 minighel in tofana (val travenanzes)

la sostenibile leggerezza dello scialpinista, val franzedas/marmolada

Sandra e Isabel si distraggono al cospetto della
 tofana di rozes/monte castello


giù dalla cima loschiusuoi (f., toni bettella)

con michele barbiero e marco garbin sulla cima del taè/val di fanes



Croda Negra. f. Michele Barbiero

Croda Negra, canale nord sotto
la cima f. Michele Barbiero

Sas de Duram, Checco Tremolada
fotografato da Marco Garbin


Canale di Forc. Grande di Fanis f. D.Compagnoni


l'Averau dalla Croda Negra
f. Michele Barbiero

Vento nel Vallone di Antruiles

Tofana di Rozes

Le Tofane dalla Tofana di Rozes

Michele, Norbert e Deborah giù dal Sas de Duram

Michele Barbiero in Marmolada

Tofana di Rozes di nuovo, con Marta

Marta giù dalla Tofana di Rozes

con Marta su per la Tofana di Rozes




in bilico, come nella vita di tutti i giorni (Taè)