giovedì 26 settembre 2024

UNA RAGAZZA DI MONTAGNA, recensione del libro scritto da Deborah Compagnoni (Ed. Rizzoli).

Semplici racconti scritti col cuore per farci ricordare quanto sia importante vivere secondo natura anche ai giorni nostri, quelli della civiltà dei consumi.
Deborah non ha bisogno di presentazioni, perché tutti ne conoscono le gesta sportive ormai leggendarie, e parlando spesso con lei le ho sempre detto di apprezzare il fatto di avere avuto una vita montanara, con il papà guida alpina e maestro di sci e una mamma albergatrice che le hanno insegnato, oltre allo sci quando aveva tre anni, anche a stare al suo posto con consapevolezza, nel paesino dov'è cresciuta: Santa Caterina Valfurva.
Questo ha significato vivere al ritmo delle stagioni in armonia con la natura, che ti insegna a riconoscere gli animali, le piante e le rocce, la neve, i pericoli, e con la sua base sconnessa, a stare sempre in equilibrio. 

Certo, non tutti hanno la fortuna di nascere in una valle alpina dove la natura è lì fuori dalla porta, ma questi racconti di vita vissuta, fanno capire quanto sia importante e semplice non ricercare troppe cose che possano solo complicarci l'esistenza e cercarsi con tutte le proprie energie una passione da desiderare. Come la prima giornata sugli sci, tanto sognata, perché il fratello più grande lo faceva già e lei troppo piccola, doveva aspettare che fosse il momento adatto. Le lunghe scarpinate su per i sentieri, sui ghiacciai, le notti in baita, i pasti frugali e l'amicizia, sono i protagonisti di questi racconti che nella loro leggerezza narrativa possiedono una sconfinata profondità, perché sono connessi alle nostre sensazioni più intime e fondamentali. Quelle che ci fanno sentire sereni. Ecco, quello che maggiormente trasmettono le parole di Deborah, assieme agli acquarelli che ne amplificano la portata, è un senso di serenità tutt'altro che lieve, nonostante la quasi ingenuità dei fatti descritti, c'è sempre da stupirsi di qualcosa, da pensare e da trarre insegnamento. Errori compresi, com'è giusto che sia.
Involontariamente questi racconti ci portano in una specie di paese delle meraviglie raggiunto solo apparentemente senza sforzi. Invece dietro c'è una volontà di ferro sviluppatasi crescendo lungo una vita che sempre richiede energie e capacità per essere assorbita. Sembra non esserci mai un momento trascorso senza essere vissuto o senza che abbia insegnato qualcosa da tenere da conto.
In fondo Deborah è così nella vita di tutti i giorni ancora oggi, che è madre di 3 figli e appassionata di montagna a tutto campo. Non c'è giornata, al netto dei suoi impegni vari, che non parta per una camminata, una sciata o una scalata con l'entusiasmo che il fare fatica richiede a chiunque e che regala a chi lo sa cogliere la pienezza di una vita intensa e gustosa.
Ph. -gettyimages-



Oggi Deborah Compagnoni è impegnata nel sociale aiutata dalla sua popolarità che le permette di catalizzare attorno a sè energie positive per sostenere, tramite la sua Organizzazione di Volontariato Sciare per la Vita (da cui è nata in seguito Camminare per la Vita www.sciareperlavita.it), diversi progetti di ricerca scientifica e assistenza ospedaliera in campo pedriatico.
Il messaggio che il libro trasmette è dell'importanza dello sport e di una vita il più possibile a contatto con la natura per i giovani, ma si propone come manuale educativo anche per i genitori.
Considerando che Deborah non ama stare sotto ai riflettori e conduce una vita di basso profilo, questo libro le calza a pennello, perché il racconto della sua vita si ferma quando entra a fare parte della Squadra Nazionale di Sci Alpino, lasciando a bocca asciutta chi si aspettava discese vertiginose e lotte per  podio e medaglie. Quella è un'altra storia.


Nota
Ho cercato di scrivere due righe sul nuovo libro di Deborah con il massimo distacco emotivo, come avrebbe fatto e probabilmente meglio di me, un classico critico editoriale, ma la verità è stata che, dopo averlo letto prima ancora che uscisse, mi sono decisamente commosso. Sarà che conosco Deborah  e quindi mentre leggevo ero coinvolto più del normale, ma in molti fatti mi sono rivisto anch'io da piccolo e istintivamente ho sentito che anch'io mi sarei comportato nello stesso modo trovandomi in certe circostanze. Lo spirito ribelle, una certa insofferenza verso il sistema e la curiosità di non fermarsi all'esteriorità delle cose, anche a costo di clamorose facciate, fanno parte anche del mio modo di essere, e trovare certe corrispondenze in questo libro mi ha decisamente emozionato. Il tutto nonostante in molte occasioni ci sia capitato di parlarne o di comportarci in quei modi assieme ai nostri compagni di gita, ma leggerlo in un libro che finirà nelle mani di moltissime persone, mi ha toccato nel profondo ancora di più. E lo scrivo qui, nella nota, perché questo è il mio sito e ci scrivo quello che mi pare.
Confido sul fatto che solitamente il lettore superficiale non legge le note e che da divoratore seriale di libri di montagna, considero questo "Una Ragazza di Montagna" un libro che ogni alpinista, sciatore, escursionista e avventuriero in genere, dovrebbe leggere. Si tratta di una base di partenza per dirigersi poi verso le altitudini della crosta terrestre a vario titolo, così come per vivere anche la dimensione orizzontale dell'esistenza.