Patagonia, orizzonti vasti e scarpe basse |
No, per
favore, le scarpe alte sopra la caviglia per camminare sui sentieri, no, per
favore no!
I portatori
himalayani si fanno un culo mostruoso. Vivono portando sulla schiena per ore
dei pesi che noi neppure riusciamo a sollevare. Come faranno?
Mi è
capitato spesso, prima di partire per un trekking o una spedizione, di
equipaggiare adeguatamente i portatori. Non è solo uno scrupolo morale ma lo
prevede anche una legge locale. I portatori sono scalzi o tutt’al più hanno le
infradito. Noi gli diamo delle scarpe da trekking, di quelle che la maggior
parte della gente che cammina sui sentieri usa qui.
Loro
ringraziano, le accettano e pochi minuti dopo le hanno vendute al negozio del
villaggio dove si riforniscono i turisti.
Annapurna Himal,galline in gabbia di ferro |
Non c’è
verso di fargliele usare e già dopo la prima volta mi sono spiegato il perché.
Hanno paura
di cadere perché quelle scarpe, che noi (io no) usiamo comunemente sui sentieri
impediscono alla caviglia di articolarsi adeguatamente per adattarsi alle
asperità del terreno, garantendo il necessario equilibrio.
Diversamente
accade se gli si danno delle scarpe cosiddette “basse”, meglio se leggere,
quelle che noi chiamiamo “da ginnastica”. Loro con quelle scarpe da ginnastica
ci salgono le montagne portando sulla schiena 30 kg!
Anche io
cammino con le scarpe basse e mai mi sognerei di usarne di alte sopra la
caviglia, tantomeno se rigide, a meno che non ci sia la neve o il ghiaccio. Ma
quelli si chiamano e sono: scarponi.
Ogni paese
ha la sua cultura in fatto di scarpe. Per esempio negli USA gli escursionisti
usano scarpe basse anche se sono malfermi e alle prime armi. Nella loro storia
recente di frequentazione moderna dei sentieri non c’è una tradizione di
“scarponi” come da noi e quindi non conoscono l’uso di calzature che coprano,
limitandone i movimenti, la caviglia.
Per chi è
nato è cresciuto e ha giocato sul cemento è difficile avere una buona
articolazione laterale della caviglia. Per molti l’inclinazione laterale della
caviglia viene associata alla “storta” un evento certamente da evitare.
Quello che
la medicina chiama pronazione e supinazione sono praticamente movimenti che la
vita sul terreno artificiale piano (pavimenti, strade, scale, ecc) riesce nel
tempo a atrofizzare quasi del tutto.
Per questo
chi affronta per le prime volte un terreno anche poco accidentato tende a
ricercare l’equilibrio aprendo istintivamente le braccia per bilanciarsi. Se
quest’ultimo ha ai piedi delle scarpe alte, la possibilità che un minimo
movimento laterale della caviglia gli faccia trovare il giusto equilibrio,
scompare del tutto.
Annapurna Circuit |
Il
risultato è che la persona si sente insicura, procede indecisa e con inutile
sforzo, trovando il camminare su un sentiero un’attività più complicata di
quello che è.
Solitamente
chi si sente insicuro acquista delle scarpe che gli “proteggono”, bontà sua, la
caviglia e quindi l’errore è fatto in partenza.
Per chi ha
questi problemi (un sacco di persone) esistono dei semplici esercizi, fattibili
anche in casa, che prevedono il muoversi su oggetti di forma irregolare posti
sul pavimento e a distanza diversa, come fossero i sassi di un macereto o del
greto di un fiume. Ciò nonostante nulla riesce a riprodurre la varietà di forme
del terreno naturale e per esercitarsi anche in città basta essere ribelli e…
calpestare qualche aiuola.
In tutti i
casi vanno utilizzate scarpe basse che permettano di “sentire” il movimento che
ci tiene costantemente in equilibrio. Finché non si avvertirà questa sensazione
istintiva (in chi fin da piccolo ha potuto giocare sui prati, per es.) della
caviglia che si inclina longitudinalmente e lateralmente a ogni passo adattando
l’appoggio del piede al terreno sottostante.
Sacco pesante su ghiacciaio, qui hanno senso le scarpe alte e perfino i bastoncini! |
Se questo
non avviene, sarà tutto il corpo a inclinarsi continuamente in maniera rigida non
facendo trovare mai l’equilibrio e generando le spiacevoli sensazioni di cui
sopra.
Come anche
l’uso dei bastoncini, nelle persone sane, le scarpe alte limitano i movimenti
utili alla camminata dando una sensazione di sicurezza totalmente falsa che si “acquista”
nei negozi al momento di comprare questa o quella calzatura.
Le aziende
produttrici di calzature devono venderle e quindi ne producono vari modelli
alti perché il mercato dell’insicurezza li richiede.
Io ho
collaborato e collaboro tutt’ora con aziende calzaturiere notissime e la stessa
cosa me l’hanno sempre detta anche i produttori.
Le scarpe
alte servono quando il terreno è innevato o ricoperto di ostacoli pericolosi
come sterpi o oggetti appuntiti o taglienti (da qui le scarpe di sicurezza obbligatorie
sui cantieri edili), ma quando si cammina su sentieri o si salgono vie ferrate,
sono assolutamente deleterie.
I miti da
sfatare (e distruggere) sono poi anche quelli legati alle suole.
Il
marketing di molte aziende abili nel farlo, imbroglia molti escursionisti
sprovveduti.
Qui non
posso fare nomi (mi hanno già condannato per diffamazione per molto meno, sic)
ma marche costose d’oltralpe e d’oltreoceano sono ambitissime dai più mentre
hanno caratteristiche tecniche assolutamente negative. Suole dal grip
inesistente di modelli molto in voga dovrebbero essere proibite, tanto sono
pericolose, eppure sono ai piedi della più parte degli escursionisti. Così come
anche tomaie comode solo nel negozio, quindi dal volume interno esagerato o
inadatto al vostro piede, e che poi sui sentieri si rivelano più simili alle
scatole che le contenevano che a uno strumento complesso come deve essere una
scarpa da escursionismo o da trail running.
I modelli
validi ci sono e, oltre ad essere bassi, hanno suole di gomma che aderisce bene
ai vari terreni, un buon inserto ammortizzante sotto al tallone, su cui grava
l’80% del peso del camminatore, e una tomaia le cui stringhe permettano un
ottimale adattamento ai vari tipi di piede. Pesano poco e nel caso della suola
Stealth (qui si che posso fare il nome perché ne parlo bene) in dotazione a
pochissimi articoli sul mercato (chissà perché?) le prestazioni sul viscido,
sulla ghiaia e comunque su ogni tipo di terreno non innevato, sono superiori
anche del 60% a quelle dei modelli più altisonanti e alla moda.
Anche
Vibram ha alcune mescole molto buone, ma non tutte quelle col classico bollino
giallo lo sono. State all’occhio al momento dell’acquisto perché si trova di
tutto e certe suole sono dei veri pattini a rotelle!!! Anche quando sono sotto
a modelli costosi e famosi.
Col di Lana, Dolomiti, scarpe basse d'estate fin da piccoli. Isa Kominet. |
Mi sono
sempre detto che se per le guide alpine è ormai d’obbligo l’uso dell’ARTVA
d’inverno, lo stesso dovrebbe essere per avere certe suole sotto le scarpe
nella stagione estiva. Infatti se devo assicurare delle persone andando a corda
corta (di conserva) su terreno facile, ho assolutamente bisogno di avere un
ottima aderenza sul terreno su cui ci si muove legati, appunto, da una corda.
Meno
aderenza significa meno sicurezza per la cordata, una condizione, quella della
sicurezza che per una guida (ma anche per un dilettante) deve rappresentare un
pilastro imprescindibile.
Tommi Cominetti medita ai piedi del Fitz Roy in scarpe... da ginnastica (!) |
Per questo
sono anni che faccio queste riflessioni che ora ho scritto qui.