giovedì 23 maggio 2019

E se Lapo avesse ragione?

Mi guardo intorno, forse non più di tanto, ma ho anche altro da fare. Sarà questo clima pre-elettorale ma qualche domanda me la pongo anche contro il mio volere.
Leggo, ascolto, guardo e percepisco aria di imbroglio. Mi spiego, non sono poi così diffidente di natura, anzi il più delle volte concedo totalmente la mia fiducia al prossimo, gli credo quando mi promette cose, pur essendo rimasto fregato molte volte, ma ognuno è come è.
Le aziende private hanno fagocitato ogni buon proposito antico sul far soldi, pensando solamente al business. Spesso mascherano con frasi sibilline, loghi “total-friendly” e sistemi biologici vari, il loro agire, che è solo orientato al monetizzare qualsiasi cosa. Sono maestre nel raccontarcela e anche nel raccontarsela, perché finiscono con credere anche alle loro stesse bugie. Mio padre mi ha sempre detto che l’arte del raccontar palle sta nel ricordarsele tutte.
Sembra si debba spremere ogni cosa senza che ci fosse un domani.
 Le privatizzazioni hanno portato anche nel poco pubblico che resta la mentalità del mors tua vita mea e la corsa all’arraffo domina anche i settori più nobili. La beneficienza deve rendere. Veri regali non ne fa nessuno.
E’ di questi giorni il fatto di una ditta per cui sei mesi fa ho fatto un lavoro, che mi doveva essere pagato subito e che non mi ha ancora pagato. Mi dicono che il cliente per cui è stato fatto il lavoro, non paga, e quindi non ci sono i soldi anche per pagare me.
Dopo mille telefonate, e-mail e messaggi vari, mi sono deciso a rivolgermi a una ditta di recupero crediti cercandola in internet e che risiedesse nella stessa città della ditta morosa per, mi sono detto, limitare le spese tutte. Mi sono imbattuto in eleganti e accattivanti siti sull’argomento in cui si esordiva in home page con la dicitura: visti i tempi attuali in cui le aziende hanno difficoltà a pagare, oggi più che mai è necessario affidarsi alla professionalità di chi recupera le vostre somme…
Prima di lasciar perdere ho anche pensato di richiederne i servizi e poi, una volta ottenuto quello che mi serviva, di non pagare neppure io. Avrei semplicemente agito secondo quello che anche questi “recuperanti” di moneta utilizzano come scopo della loro missione.
Partirei per Milano (un posto che mi sono sempre chiesto come faccia ad essere popolato) con una mazza da baseball, mi incappuccerei nell’ascensore, entrerei nella bella sede di questa cazzo di ditta che mi deve pagare e romperei oggetti fino a raggiungere approssimativamente il valore dei soldi che mi devono, sperando che tra le suppellettili non ci sia una vaso della dinastia Ming, perché non vorrei andare fuori budget.
Sono un maledetto codardo e quindi non lo faccio ma, se non mi pagano, troverò un modo per fare prendere uno spavento gigante alle belle manager audimunite che mi avevano promesso ponti d’oro se avessi lavorato per loro. Fanculo!


Un caro amico, animato dai migliori propositi, qualche anno fa durante un viaggio in India rimase colpito dalle condizioni di povertà di certe zone. Siccome è un medico, fondata una onlus, si è dedicato con successo alla costruzione di piccoli ambulatori da fare presidiare da medici volontari di mezzo mondo. Mentre il tempo passava gli ambulatori diventavano ospedali sempre più grandi anche in Africa e Sudamerica, il successo della sua iniziativa era indiscusso, ma parlandogli al telefono poco tempo fa mi raccontava di come le grosse dimensioni della cosa e la burocrazia, stessero facendo venire meno quelli che erano i principi iniziali, perché bisognava pagare un sacco di dipendenti necessari che ovviamente non si trovavano tra i volontari e anche il tempo e le energie vengono sottratti dalle azioni indispensabili. Morale: la poesia degli inizi non si può mantenere a lungo se le cose ti crescono tra le mani e ti sfuggono come anguille bagnate.

Tornando periodicamente in una delle mie librerie preferite c’ho trovato un negozio di biancheria intima femminile. Era tanta la voglia di vendere tanga e reggicalze che, ironicamente,  l’insegna dell’antica libreria è rimasta al suo posto, ma al suo interno dubito che circolino ancora libri.
Non mi addentro nella politica, cerco di restarne ai margini dando una sbirciatina ogni tanto ma vedo anche i suoi protagonisti mossi da interessi spudoratamente personali conseguiti a suon di promesse non mantenute. E quelli dovrebbero garantirci servizi e benessere? Come lo fanno? Passano un sacco di tempo sui social, vi sembra normale?
Io voterei una legge che obblighi ogni politico a fare uno sport almeno un’ora al giorno. Molti imparerebbero a stringere i denti (ve lo vedete Salvini che corre una maratona?) e a perseguire obiettivi concreti con il duro allenamento, situazioni che sarebbero utilissime a chi dirige una nazione.
Il sogno dell’italiano medio è avere tanti soldi, donne e auto tedesche, come se questi talismani proteggessero anche dal cancro e dalla mancanza di serenità, come un rimedio universale da ottenere a ogni costo. Per questo i modelli emulati sono calciatori, politicanti, artisti appariscenti, eroi del web e sciacquettume da discobar sullo stile coca & mignotte.
Qui in Italia abbiamo un maestro che il mondo ci invidia, uno che non ha uguali, anche se in molti lo imitano. Uno che se la gode guardandosi bene dall’essere anche solo minimamente corretto. Neppure a parlarne di essere rispettoso del prossimo anche se le sue origini sono nobili, ma non così è il suo agire. Anche lui avrà pensato che siamo tutti di passaggio, tanto vale godersela finché non si schiatta. https://www.youtube.com/watch?v=7KvJORGjiq0
Il Lapo nazionale è fedele a se stesso come nessun altro, io lo ammiro, ci vuole una capacità elevatissima per riuscire a essere come lui è. Di questo gli va dato atto.
Mi guardo intorno e un po’ schifato penso che Lapo forse ha ragione e mi girano i coglioni al solo pensare che può mettermi questo dubbio.