Non è esente da difetti ma è l'unico nel suo genere che ha avuto il coraggio di raccontare fatti storici analizzandone motivi inediti.
Giovanni Pastine ha attraversato fisicamente un settantennio di alpinismo e, come scrive, in questo bel libro, "ci fu un epoca in cui ci conoscevamo tutti" e non sorprende quando discute (in francese anche nel libro) con Rebuffat o Terray o si disseta al Breuil con Carrel scambiandosi battute in patois.
Sono rimasto a bocca aperta e l'ho letto due volte di seguito.
Certo che l'autore indugia su fatti a livello locale che riguardano i luoghi che meglio conosce, ma se tra questi ci sono tutte le Alpi occidentali (dalle Liguri in su!) e le Dolomiti, direi che ce n'é per togliersi più di una soddisfazione sia a livello storico che letterario.
Finisce in maniera solennemente e positivamente lapidaria.
E' un libro che dovrebbe stare nella biblioteca di ogni alpinista, senza distinzioni di livello tecnico e di passione e/o frequentazione.
Se avete letto Tempo per Respirare di Reinhard Karl e ogni tanto lo riprendete dalla libreria per leggerne qualche passo stando in piedi e commuovendovi ogni volta come se fosse la prima, prima di riporlo al suo posto, ecco, Una Storia dell'Alpinismo potrebbe trovare posto su quello stesso scaffale.
G.Pastine (foto di Egidio Nicora) |
Ho scritto la mia storia dell'alpinismo con l'intento di inserirla in quella più generale, troppo sovente trattata in maniera retorica, storia alpinistica compresa.
L'alpinismo,
attività elitaria per eccellenza, è parte inscindibile della storia
dell'umanità. Esso non è praticato solo a livello di elevata difficoltà
tecniche e ambientali come non è praticato solo alle massime altitudini. È
un'attività che si svolge, anche e più frequentemente, su altitudini e
difficoltà modeste, là dove si evidenzia la maggiore frequenza. Non può quindi
essere separato da ogni altra manifestazione della vita, passata come più
recente. G.Pastine.